La questione del treno a idrogeno per l’Aeroporto di Alghero si infiamma sul piano politico. Dopo l’intervento del Partito Democratico e la lettera aperta dell’onorevole Valdo Di Nolfo alla presidente della Regione Alessandra Todde per chiedere la rimodulazione del progetto in favore dell’elettrificazione, arriva la replica dura e ironica del gruppo consiliare di Forza Italia, che definisce la sortita del consigliere "una simpatica pantomima" e "un attivismo postumo e imbarazzante".
"Apprendiamo che l’On. Di Nolfo ha inviato una simpatica lettera alla Presidente della Regione Todde chiedendo la rimodulazione del progetto del treno a idrogeno – scrivono gli esponenti di Forza Italia –. È, evidentemente, una simpatica ‘pantomima’ creata solo per contrabbandare un vano protagonismo, peraltro in forte ritardo".
Nel mirino dei forzisti non c’è solo il merito della richiesta, quanto piuttosto il metodo: "Crediamo che Di Nolfo, facendo parte della Lista della Todde, per interloquire con la Presidente non abbia necessità di scriverle lettere pubbliche". L’accusa è quella di aver messo in scena un’operazione di immagine più che un’azione politica concreta. "Esercitando le funzioni di Consigliere regionale da un anno – attaccano – ben avrebbe potuto intervenire con migliore incisività lo scorso anno".
Forza Italia contesta anche l’efficacia del mandato di Di Nolfo, definendolo inconsistente: "Crediamo che la nostra comunità non si farà ingannare da queste azioni politiche deboli, che hanno il solo obbiettivo di dare un significato ad un ruolo che, evidentemente, Di Nolfo non sta esercitando, posto che dall’inizio della legislatura non si ha notizia di interventi concreti a favore del territorio e della nostra comunità".
Il botta e risposta accende così lo scontro su un progetto che sta diventando simbolo non solo della futura mobilità nel nord-ovest della Sardegna, ma anche delle fratture tra maggioranza e opposizione, tra territori e Cagliari, tra visioni tecniche e narrazioni politiche. Mentre la decisione finale resta nelle mani del Ministero delle Infrastrutture, lo scontro tra gli attori regionali sembra solo all’inizio. E il treno, intanto, è ancora fermo alla stazione del dibattito.