Alghero, 31 marzo 2025 – Dopo settimane di proteste, dibattiti in Consiglio Comunale, flash mob in porto e attacchi incrociati tra attuali e passati amministratori, arriva la voce delle associazioni ambientaliste, che mettono in fila le loro ragioni e rilanciano una critica radicale al progetto dei campi boe: “Soluzioni adottate invasive, presupposti infondati, approccio troppo orientato al profitto e poco alla tutela effettiva dell’ecosistema”.
L’incontro si è svolto il 25 marzo a Casa Gioiosa, sede del Parco di Porto Conte. Attorno al tavolo, il Consiglio Direttivo dell’ente e i rappresentanti di sette realtà ambientaliste, tra cui Italia Nostra, Lipu e Punta Giglio Libera. È stato presentato un documento dettagliato, che tocca tutti i punti più controversi del progetto finanziato dal PNRR, chiedendo una “profonda rimodulazione” delle scelte ereditate, a partire dall’eliminazione delle boe fuori dall’AMP e da un utilizzo dei fondi vincolato esclusivamente alla tutela della Posidonia.
Nel testo, le associazioni ricordano che furono proprio loro, fin dall’estate scorsa, a sollevare per prime le criticità, con osservazioni presentate in sede di Valutazione di Incidenza Ambientale. “Il carattere speculativo del progetto – scrivono – è stato solo in parte ridimensionato dalla riduzione del numero di boe e della stazza delle imbarcazioni, imposta dalla Regione su richiesta del Comune e della nuova governance del Parco”. Critiche anche alla mancanza di trasparenza e alle tempistiche “tardive e disordinate”, come nel caso delle foto-simulazioni richieste dalla Soprintendenza, inserite solo in fase esecutiva.
Le associazioni non si limitano al “no”, ma consegnano all’ente Parco un promemoria di proposte operative, chiedendo un ripensamento complessivo che tenga insieme “biodiversità e fruizione sostenibile”. Chiedono anche un confronto aperto sul Piano del Parco – fermo dal 2013 – e su altri progetti controversi, come quello di mitigazione del rischio frana a Punta Giglio, per il quale, denunciano, non sarebbe mai stato presentato un bilancio finale trasparente sugli interventi, né documentazione sulle prescrizioni ambientali adottate.
Il Consiglio Direttivo ha ribadito la volontà di rafforzare il dialogo con il fronte ambientalista e con tutti i portatori d’interesse, annunciando un’apertura alla trasparenza tramite una sezione permanente sul sito del Parco, dedicata ai progetti in corso. Le stesse associazioni hanno chiesto che questa apertura non resti formale: “Nel sistema europeo dei siti Natura 2000 – concludono – non può prevalere la logica della messa a reddito. Le scelte devono essere ispirate a una tutela reale, condivisa e duratura del bene comune”.
Il prossimo appuntamento è già fissato: il 10 aprile l’Assemblea del Parco – coincidente con il Consiglio Comunale – sarà chiamata a pronunciarsi sulla rimodulazione del progetto. Il fronte ambientalista ci sarà, e non da solo: anche i diportisti, mobilitati da Michele Pais, hanno annunciato una partecipazione simbolica, ma determinata.