Un grido d’allarme che suona come un ultimatum: “Fermatevi! Basta con questa prepotenza”. Con queste parole Gianfranco Angioni, responsabile aziendale ARNAS G. Brotzu per USB Sanità, denuncia pubblicamente quella che definisce una manovra improvvisata e pericolosa: il trasferimento delle attività chirurgiche e dei reparti dell’Ospedale Oncologico Businco verso il presidio del Santissimo Michele.
Angioni sottolinea che “è imperativo sospendere qualsiasi trasferimento [...] senza un piano condiviso che garantisca il mantenimento della piena operatività del Businco”. A preoccupare è soprattutto l’assenza di un progetto definito e condiviso: la data del trasferimento delle sale operatorie è tuttora sconosciuta, mentre si accelera – e senza chiarezza – sullo spostamento della chirurgia toracica ed endoscopica, comprese le degenze.
“Le preoccupazioni espresse dal personale e dai pazienti sono più che giustificate” ribadisce Angioni. Nonostante i 9 milioni di euro previsti dal PNRR per l’adeguamento delle sale operatorie del Businco, “restano ignoti sia il progetto esecutivo che il cronoprogramma dei lavori”. E nel frattempo, si rischia di smantellare reparti senza che vi sia una reale alternativa funzionale.
A mancare, secondo il sindacato, è qualsiasi forma di coinvolgimento del personale sanitario e una seria valutazione degli spazi e dei requisiti strutturali del S. Michele, dove già oggi – sottolinea Angioni – “le camere di degenza mostrano deficit strutturali e logistici evidenti”, a partire dalla mancata predisposizione di gas medicali per ogni postazione letto, in violazione delle norme sull’accreditamento.
Per USB, il trasferimento delle specialistiche chirurgiche “costituirebbe un colpo mortale per il polo oncologico regionale”, già sotto pressione a causa delle criticità irrisolte. Angioni chiede invece di “ripristinare gli ambienti abbandonati all'interno del Businco”, evitando di sovraccaricare ulteriormente il S. Michele, “dove gli slot dei blocchi operatori risultano già saturi”.
Un altro punto critico sollevato è la drammatica carenza di personale sanitario, che richiederebbe – secondo USB – “un’azione straordinaria per le assunzioni”. La situazione attuale, denuncia Angioni, “è assolutamente insostenibile” sia per i pazienti oncologici che per i professionisti che li assistono, mentre “la mancanza di informazioni dettagliate sui piani di trasferimento e sulla copertura delle emergenze crea un clima di incertezza e precarietà intollerabile”.
A completare un quadro già fosco, le condizioni strutturali dei presidi ospedalieri: “pavimenti rattoppati con nastro adesivo, parcheggi interdetti e cantieri aperti ovunque”.
USB Sanità, conclude Angioni, “continuerà a vigilare su queste problematiche affinché vengano rispettati i diritti dei lavoratori e dei pazienti”, portando avanti con determinazione le proprie istanze per “garantire il diritto alla salute e alle cure”.