Acquisto dei terreni a Capo Caccia: Fratelli d’Italia punta il dito sulle ombre dell’operazione e chiede il Piano del Parco

  L’operazione di acquisizione dei terreni a Capo Caccia e Punta Giglio, condotta dall’amministrazione comunale e presentata come un grande traguardo, ha suscitato diverse perplessità e critiche da parte di Fratelli d’Italia. Pur non opponendosi al principio di un tale acquisto, la formazione politica sottolinea gli aspetti fumosi e le lacune procedurali dell’iniziativa, mettendo in dubbio la trasparenza e l’efficacia della gestione da parte dell’assessore Daga. 

  "Che il Comune ottenga la piena disponibilità di un’importante porzione del proprio paesaggio è potenzialmente una buona notizia e può contribuire al rafforzamento dell’Azienda Parco", si legge nel comunicato, riconoscendo quindi la possibile valenza positiva dell’acquisizione. Tuttavia, l’operazione è stata giudicata "monca e in più parti fumosa", in quanto mancano dettagli fondamentali come un progetto di intervento elaborato dal Parco e la quantificazione dei costi di manutenzione che tali aree richiederanno.

  Un punto cruciale sollevato da Fratelli d’Italia è l’assenza di una valutazione dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare e la mancanza di una formalizzazione delle trattative con i proprietari privati dei terreni. "Sul piano procedurale mancano il progetto di intervento redatto dal Parco, la quantificazione dei futuri costi di manutenzione delle aree," sottolinea il comunicato, evidenziando una gestione approssimativa dell’intera operazione. L’accordo non include una porzione dell’area sosta di Punta Giglio, considerata di particolare interesse per la comunità, rendendo l'acquisizione incompleta. Ciò che desta ulteriore sconcerto è il mancato coinvolgimento della Regione Sardegna nella trattativa, nonostante alcune porzioni dei terreni siano di sua proprietà. 

  "È inspiegabile perché l’Assessore Daga non abbia contattato l’assessore regionale Spanedda per far sì che fosse proprio la regione ad acquisire i terreni, da affidare poi alla gestione del Parco," affermano Di Gangi e Cocco. Una scelta del genere avrebbe non solo garantito il reperimento di finanziamenti per gli interventi sull’area ma avrebbe anche permesso al Comune di risparmiare notevolmente. L’opposizione è comunque riuscita a ottenere un importante risultato: subordinare formalmente l’acquisto dei terreni alla vincita del bando a cui dovrà partecipare il Parco, riducendo così l’esborso per il Comune da 400mila a 250mila euro. 

  Tuttavia, il costo totale resta significativo e solleva interrogativi su altre priorità: "Con 400mila euro il comune di Alghero potrebbe tranquillamente completare i lavori presso la piscina comunale coperta o, in alternativa, realizzare il progetto per la palestra geodetica di Via XX Settembre." Fratelli d’Italia conclude sottolineando la necessità di procedere all’adozione definitiva del Piano del Parco, un passaggio fondamentale per dare una direzione chiara e strutturata alla gestione di queste aree, evitando operazioni nebulose come quella appena condotta.

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