Cagliari - Le assunzioni temporanee di infermieri e operatori sociosanitari (Oss) nelle Asl della Sardegna hanno scatenato un acceso dibattito politico, che vede al centro delle polemiche l’assessora regionale al Lavoro, Desirè Manca. Al centro della questione, la delibera che consente l'assunzione per tre anni di personale sanitario senza lavoro, grazie a fondi europei dedicati ai disoccupati. Un progetto definito "sperimentale", che non ha precedenti in Italia, ma che ha sollevato perplessità e accuse da parte dell'opposizione.
L’assessora Manca, con toni diretti, respinge le critiche come “bugie costruite ad arte”, chiarendo che i lavoratori che parteciperanno a questi progetti non perderanno la loro posizione nelle graduatorie per l’assunzione a tempo indeterminato nelle Asl.
Questo punto, specificato chiaramente nella delibera, è al centro delle spiegazioni fornite dall’assessora per respingere le accuse di chi, secondo lei, distorce i fatti per scopi politici.
Ma come si è arrivati a questa misura straordinaria? Il percorso è stato lungo e ha visto l’approvazione di una serie di delibere che hanno previsto fondi europei specifici per affrontare la disoccupazione nel settore sanitario, una delle emergenze più critiche dell’isola. La scelta di utilizzare fondi europei vincolati ai disoccupati ha consentito di destinare risorse a un settore che richiede un aumento urgente del personale, vista la cronica carenza di infermieri e Oss nelle strutture sanitarie.
L’iniziativa ha due obiettivi principali: offrire un’opportunità di lavoro a infermieri e Oss disoccupati e, contemporaneamente, garantire un sostegno temporaneo ai servizi sanitari che soffrono di una carenza strutturale di personale. Un doppio binario che, secondo Manca, non penalizzerà i lavoratori già inseriti nelle graduatorie a tempo indeterminato, ma offrirà loro un'alternativa temporanea in attesa di una possibile assunzione stabile.
I progetti, che saranno definiti dai direttori generali delle Asl e sottoposti all'approvazione dell'assessorato e dell'Aspal, promettono di rafforzare il sistema sanitario regionale attraverso una serie di interventi mirati. Da un lato, un quarto dei fondi sarà destinato a progetti di integrazione socio-sanitaria, mentre il restante 75% servirà a potenziare i servizi di assistenza e cura all'interno degli ospedali. Una suddivisione che, nelle intenzioni della giunta, dovrebbe garantire un impatto concreto sul territorio.
Manca difende il progetto come un passo necessario per affrontare l’emergenza, ma i detrattori lo vedono come una misura temporanea che non risolve il problema di fondo della carenza di personale sanitario stabile. Le accuse di "false promesse" e di "risposte insufficienti" sono state al centro del dibattito, ma la giunta rivendica l’unicità di questo intervento e l’importanza di un monitoraggio costante per valutarne l’efficacia.
Per l’assessora, i prossimi passi sono chiari: entro novembre, i primi bandi saranno aperti per le domande, mentre l'assessorato monitorerà attentamente i progetti. “Non ci fermeremo”, promette Manca, “e valuteremo con rigore i risultati di questa sperimentazione per garantire che ogni euro investito porti benefici reali ai lavoratori e alla sanità sarda”.
Sarà sufficiente per rispondere alle critiche? La speranza della giunta è che i fatti parlino da soli, ma resta da vedere se questo progetto sperimentale sarà in grado di colmare davvero le lacune del sistema sanitario sardo.