Le disavventure del ministro Sangiuliano: Tra alternative facts, Galileo Galilei e Cristoforo Colombo

  Chi di noi non ha mai provato un sottile brivido di imbarazzo nel sentire le parole fuoriuscire dalla bocca di qualcuno, ben consapevoli che un attimo dopo quelle stesse parole sarebbero state al centro di una gaffe memorabile? Ebbene, il nostro Ministro per la Cultura, Gennaro Sangiuliano, sembra aver sviluppato una certa maestria in quest'arte involontaria. 

  Il suo recente commento su Cristoforo Colombo e Galileo Galilei è solo l'ultimo capitolo di una saga di disavventure verbali che merita una menzione d'onore. Prima di tutto, dobbiamo ricordare il piccolo dettaglio che Colombo, il navigatore genovese che nel 1492 "scoprì" l'America, non poteva assolutamente basarsi sulle teorie di Galileo Galilei, poiché quest'ultimo nacque ben 74 anni dopo la sua morte.

  Forse il ministro voleva creare un'affascinante connessione poetica tra due giganti del sapere e dell'avventura, ma il risultato è stato piuttosto un'affermazione che ha fatto rabbrividire ogni insegnante di storia e appassionato di scienza. Ecco, sarebbe bastato dire che Colombo ha seguito le rotte che poi, anni dopo, Galileo avrebbe studiato con il suo occhio rivoluzionario sul mondo, ed avremmo tutti annuito, affascinati da questo legame quasi mistico tra esplorazione e scienza. Ma no, il nostro Sangiuliano ha preferito la via meno battuta, quella dell'errore plateale. 

  Non è la prima volta che il ministro si avventura in territori sconosciuti con le sue dichiarazioni. Ricordiamo tutti con un sorriso (o forse con una smorfia) la sua gaffe su Londra. Ma, come si suol dire, errare è umano. E perseverare? Ah, quella è una qualità riservata ai veri maestri della politica. Per aggiungere pepe alla storia, non possiamo dimenticare che Sangiuliano è anche l'autore di una biografia su Donald Trump, il quale, appena insediato alla Casa Bianca, proclamò che il giorno del suo insediamento fosse stato accolto da un milione di persone. Nonostante le evidenze fotografiche e i numeri reali indicassero poco più di 200 mila presenze sotto una pioggia battente, la sua portavoce, Kellyanne Conway, coniò il termine "alternative facts" per giustificare quella che era, a tutti gli effetti, una palese esagerazione. 

  Evidentemente, Sangiuliano ha tratto ispirazione dal suo biografato. Dopo tutto, cosa c'è di male in un pizzico di creatività nella narrazione storica? Forse, nel mondo alternativo dei fatti, Colombo e Galileo potevano effettivamente sedersi a discutere di nuove rotte verso le Indie, con Trump a fare da mediatore. Insomma il nostro ministro sembra avere un talento innato per il revisionismo storico creativo. Ogni sua affermazione è un piccolo capolavoro di anacronismo e fantasia, che ci ricorda quanto sia importante studiare la storia. Non per ripeterne gli errori, ma per evitare di fare la figura degli sprovveduti quando si parla in pubblico. 

  Aspettiamo con trepidazione la prossima perla di saggezza del nostro Ministro per la Cultura, sperando che, nel frattempo, decida di dare un'occhiata a qualche libro di storia (o almeno a Wikipedia). E chissà, forse un giorno ci regalerà un'affermazione che farà sorridere anche gli storici più severi.

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