Si chiamano We Are Machinez, hanno pubblicato il loro primo EP, The Age of Machinez, e arrivano da Alghero. Ma non sono un gruppo in carne e ossa. Si tratta di un progetto interamente digitale, concepito da Sigla, pseudonimo di Claudio Simbula, giornalista, autore e creativo.
La band non suona, non prova, non esiste nel senso tradizionale del termine, ma crea e pubblica musica. Un esperimento che si muove tra crossover e rap-metal, una "provocazione artistica" per riflettere sull’impatto delle nuove tecnologie nella produzione creativa e sulla metamorfosi della musica nell’era delle intelligenze artificiali generative.
"I Machinez sono una band che produce musica di genere rap-metal; il primo EP, di quattro pezzi rapidi e diretti, si può ascoltare su Spotify, iTunes e Youtube. Le foto della band si possono vedere sui social. C'è solo una particolarità: la band non esiste", racconta l'autore.
"L'EP contiene quattro brevi brani, potenti e taglienti, con testi che parlano di temi come l'avanzata dell'IA, il rapporto tra uomo e macchina e la brutalità della società nell'era tecnologica. Ma anche i testi sono stati prodotti con l'IA, come le immagini della band e, ovviamente, la musica", spiega Simbula.
"Un esercizio di stile, un esempio di come oggi si possano produrre musica, testi e immagini partendo da software accessibili online e questo contenuto possa sbarcare rapidamente su piattaforme come Spotify e iTunes, senza nessun blocco d'accesso. Subito dopo aver pubblicato l'EP su Spotify - dice Simbula - l'ho fatto ascoltare ad amici e conoscenti, musicisti e appassionati, senza svelare la natura del progetto: in tanti sono rimasti impressionati e mi hanno chiesto più info sulla band, commentando positivamente il loro sound. Altri, invece, hanno intuito ci fosse qualcosa di particolare. E siamo appena all'inizio: immaginate cosa accadrà già nel corso di questo anno, le nostre nuove band e artisti preferiti potrebbero essere completamente generati da software d'IA, dalla musica ai testi. Il tuo prossimo artista preferito potrebbe non esistere davvero, o almeno nell'accezione classica della definizione".
Un esperimento che interroga le fondamenta dell’arte: cosa significa oggi creare? Quale ruolo avrà l’uomo in un contesto in cui anche la tecnologia diventa generatrice, autrice, artista? "Certo, dietro questo lavoro c'è sempre la mano umana, mi sono impegnato - conclude Simbula - ma la figura dell'artista umano sarà sempre necessaria? Nel prossimo futuro, sarà davvero così essenziale? Queste sono alcune delle domande che vorrei che iniziassimo a porci, in maniera più frequente".