Oristano – Una marea di persone si è radunata al porto di Oristano, determinata a fermare l’avanzata di quello che considerano un flagello per la loro terra: le gigantesche pale eoliche. Il gruppo Gruttes, in prima linea nella difesa del territorio sardo, ha dato vita a un presidio permanente, bloccando l’uscita dei camion carichi delle pale destinate a nuovi impianti eolici.
Le forze dell’ordine, schierate in assetto anti-sommossa, hanno cercato di mantenere l’ordine, ma la determinazione dei manifestanti era palpabile. "Non possiamo accettare che le nostre terre vengano sfruttate per profitto," gridava un attivista, eco delle preoccupazioni di molti.
La tensione era alta mentre gli attivisti, supportati da esperti, spiegavano i rischi di una espansione indiscriminata degli impianti eolici.
"Dietro la facciata verde delle energie rinnovabili si nascondono speculazioni economiche che devastano l’ambiente," dichiaravano. L’obiettivo era sensibilizzare il pubblico e opporsi a progetti che, seppur ecologici sulla carta, rischiano di trasformare il paesaggio in modo irreparabile.
I camion, già pronti al trasporto eccezionale, rimanevano immobilizzati. Le voci dei manifestanti si mescolavano con i rumori del porto, creando una sinfonia di resistenza. Le pale eoliche, provenienti da Las Palmas e Vasto, rappresentano per molti il simbolo di una battaglia più grande, quella tra progresso tecnologico e preservazione del patrimonio naturale.
Il prefetto di Oristano ha chiesto calma e dialogo, ma la rabbia e la frustrazione degli attivisti erano evidenti. "Non è solo una questione di energia, ma di giustizia ambientale," affermavano.
Il sindaco di Villanovaforru, noto per la sua opposizione alla speculazione energetica, ha sostenuto la protesta, mettendo in luce le criticità legate a questi progetti.
La battaglia di Oristano contro le pale eoliche continua, con il popolo sardo determinato a difendere la propria terra da quello che percepiscono come un attacco alla loro identità e al loro futuro.