Permettetemi un sorriso amaro, cari lettori, perché quando sento la Lega invocare “le regole che valgono per tutti” e subito dopo il Movimento 5 Stelle che risponde ricordando i famosi 49 milioni, mi viene in mente l’immagine del bue che dà del cornuto all’asino, e viceversa. Per non parlare, poi, dei gazebo, dei volantini e degli hashtag che rimbalzano da una piazza all’altra dell’isola come coriandoli a Carnevale.
Da un lato, abbiamo il Carroccio che tuona – con piglio da moralizzatore dell’ultima ora – contro la “presidente Todde”, rea di inadempienze procedurali, di mancato rispetto delle regole, di una presunta “decadenza conclamata” che richiederebbe le sue dimissioni immediate. E l’argomento cardine? “Le regole valgono per tutti.” Già, esattamente come la famosa barzelletta sui rimborsi da 49 milioni, che pare non passare mai di moda: di quei soldi s’è perso il conto, e magari pure la memoria.
Dall’altro lato, invece, troviamo gli esponenti del Movimento 5 Stelle, saltati su come grilli (“cinque” per l’appunto) appena hanno fiutato l’occasione di rinfocolare la questione dei fondi leghisti, dell’ex governatore inquisito, dei polveroni giudiziari che avrebbero dovuto condurre a dimissioni immediate e irrevocabili. In sintesi: “Ma come, proprio voi che predicavate bene e razzolavate maluccio, ora venite a darci lezioni di moralità?”
E così, sulla poltrona di Todde – ex presidente, presidente in bilico o presidente ‘dimissionaria a metà’, a seconda dei punti di vista – si riversa un fiume di parole, accuse e contraccuse. Nel mezzo, i sardi, che forse vorrebbero solo un po’ di pace e una politica che si occupi di risolvere i loro problemi, invece di rimbalzare fra accuse di scandali e hashtag minacciosi.
Le scene che si consumano nelle piazze sarde sembrano più la versione isolana di una Commedia dell’Arte politica, con il solito canovaccio: uno strilla allo scandalo, l’altro replica con la scomunica, ma alla fine restano seduti sugli stessi scranni. Chi ha rubato, chi no, chi finge di non sapere, chi invece fa la morale… e forse il pubblico è stufo di tutti. Chiudo con un caustico: “Cari signori, la coerenza è un lusso di pochi. Ma, a quanto pare, non di questi politici.”