La guerra è sempre più vicina? A giudicare dalle parole pronunciate oggi da Ursula von der Leyen ai cadetti danesi, il rischio è concreto. Non siamo ancora nel conflitto aperto, ma la presidente della Commissione europea avverte: l'Europa deve prepararsi subito, senza più indugi, se vuole evitare di trovarsi impreparata davanti a una realtà che cambia a velocità preoccupante.
Il discorso, tenuto oggi a Copenaghen, anticipa i contenuti del Libro Bianco sulla Difesa che sarà presentato domani. Si tratta di una svolta netta e senza ambiguità: «Se l’Europa vuole evitare la guerra, deve prepararsi alla guerra», afferma von der Leyen, tracciando con chiarezza una linea di demarcazione tra l’illusione pacifista coltivata negli ultimi decenni e la necessità concreta di difendersi dalle minacce contemporanee. La presidente della Commissione parla con la determinazione di chi sa che la Storia non concede pause: «Non possiamo permetterci di essere sottomessi dalla storia».
A preoccupare Bruxelles è soprattutto l’aggressività della Russia, oggi descritta come la più immediata e concreta minaccia alla sicurezza del continente. Von der Leyen non lascia dubbi sulla gravità della situazione: Mosca sta investendo quasi la metà del suo bilancio federale in difesa, trasformando l’economia nazionale in una macchina bellica pronta a sostenere conflitti sempre più ambiziosi. «La Russia è su un percorso irreversibile verso la creazione di un’economia di guerra», ha ammonito la presidente. Ed è chiaro che l'Ucraina non è vista come l'obiettivo finale, bensì come una tappa intermedia verso un possibile confronto con l’intera Europa.
Ma se l'Est incombe, a Ovest l’alleato di sempre, gli Stati Uniti, non è più così attento e disponibile. L’America, sottolinea von der Leyen, guarda sempre più al Pacifico e alla Cina, distogliendo inevitabilmente risorse e attenzione dal continente europeo. Questo comporta la necessità urgente di una difesa comune europea che non dipenda soltanto da Washington: «Dobbiamo vedere il mondo così com’è e dobbiamo agire immediatamente per affrontarlo».
Così nasce l’ambizioso piano chiamato “Readiness 2030”, la tabella di marcia per creare entro cinque anni un’Europa capace di difendersi da sola. Entro quella data, l'Unione dovrà avere una reale capacità militare autonoma, un'industria della difesa solida e soprattutto un budget significativamente aumentato. Ursula von der Leyen chiarisce che la prima priorità è incrementare la spesa militare, oggi ancora troppo bassa rispetto agli altri attori globali. Bruxelles punta a sbloccare, attraverso strumenti finanziari innovativi, 150 miliardi di euro immediatamente, con l'obiettivo finale di raggiungere almeno 650 miliardi aggiuntivi entro il 2030.
Il secondo punto è altrettanto importante: l'Europa deve colmare rapidamente le sue lacune militari, investendo in mobilità strategica, infrastrutture, difesa missilistica, droni, intelligenza artificiale e cybersecurity. «Nessuno Stato può farcela da solo – precisa von der Leyen – ma insieme, come europei, possiamo vincere questa sfida».
Il terzo asse strategico riguarda il sostegno diretto all’Ucraina, che per l’Europa rappresenta oggi la prima linea di difesa. Von der Leyen vuole rendere Kiev «un porcospino d’acciaio», cioè un paese talmente forte militarmente da scoraggiare qualsiasi aggressione. Un'Ucraina potente diventa automaticamente una barriera naturale contro l’espansionismo russo. Bruxelles ha annunciato quindi l'istituzione di una task force specifica, per coordinare e amplificare gli aiuti militari destinati agli ucraini.
Infine, la presidente della Commissione individua una quarta priorità strategica: rafforzare e unificare la base industriale europea della difesa. Attualmente, il settore è frammentato, inefficiente e non sufficientemente competitivo sul piano globale. Von der Leyen invoca una forte politica industriale europea, basata su appalti comuni, investimenti interni, innovazione tecnologica e creazione di nuove filiere produttive. «Istituiremo un meccanismo europeo di vendita militare – promette – e proporremo un Omnibus della Difesa per semplificare norme e regolamenti».
Il messaggio che emerge dalle parole della presidente è chiaro, forte e urgente. L’Europa non può più permettersi di essere ingenua o disarmata di fronte alle sfide del nuovo decennio. Se vuole continuare a vivere in pace, deve necessariamente prepararsi alla guerra. Un paradosso amaro, ma una scelta obbligata dalla storia.
«La libertà – conclude Ursula von der Leyen – non è un processo. È una lotta costante. È il dovere di ogni generazione». E la nostra, evidentemente, non farà eccezione.