L’assemblea regionale delle cooperative agroalimentari di Legacoop Sardegna ha evidenziato, ancora una volta, quanto il settore dell'agroalimentare sia cruciale per l’economia dell’isola, nonostante le difficoltà ambientali, burocratiche e istituzionali. Con 108 cooperative aderenti, un fatturato di circa 400 milioni di euro, oltre 1.500 addetti e circa 15.000 soci, il settore è una forza trainante, ma, come emerso dagli interventi dei vari relatori, richiede maggiore attenzione politica e investimenti concreti per superare le sfide attuali.
Mauro Steri, responsabile del settore pesca di Legacoop, ha sottolineato le criticità che affliggono l'agroalimentare sardo: la scarsità di risorse e infrastrutture adeguate, una burocrazia lenta e inefficiente e la crescente pressione dei cambiamenti climatici.
Anche la questione del prezzo del latte e le difficoltà del mercato del vino sono state centrali nei dibattiti, argomenti di grande rilevanza per i produttori sardi che si trovano spesso a lottare per mantenere la sostenibilità economica e ambientale delle loro attività.
Il presidente regionale di Legacoop, Claudio Atzori, ha ribadito che le politiche, sia regionali che nazionali, devono includere una visione più chiara per il settore. Una delle principali preoccupazioni è l’autonomia differenziata, che rischia di penalizzare ulteriormente la Sardegna, privandola di risorse e strumenti per competere nel contesto nazionale e internazionale.
Da un punto di vista politico, la senatrice Sabrina Licheri e i consiglieri regionali Antonio Solinas e Alessandro Solinas hanno posto l’accento sull'urgenza di affrontare questi problemi strutturali. Cristiano Erriu, segretario generale della Camera di Commercio, ha parlato della necessità di puntare all'internazionalizzazione e di come il cambiamento climatico imponga una revisione delle strategie produttive.
In conclusione, l’intervento di Cristian Maretti, presidente nazionale di Legacoop, ha ribadito che la cooperazione rimane uno strumento chiave per affrontare i problemi del settore. Tuttavia, servono azioni concrete: dalla semplificazione burocratica alla promozione di iniziative che incentivino la sostenibilità e la competitività dei prodotti sardi sui mercati internazionali.
Questa assemblea è stata l’ennesimo richiamo alla necessità di un vero piano di azione per sostenere l’agroalimentare sardo, affinché diventi un settore non solo di resistenza, ma di crescita e innovazione.