Una tempesta finanziaria invisibile, ma letale. Negli ultimi due anni, il sistema produttivo sardo ha subito un onere aggiuntivo pari a 483 milioni di euro a causa del caro-tassi e della stretta creditizia. A dirlo è il rapporto dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che dipinge un quadro poco incoraggiante per le piccole e medie imprese locali.
Secondo i dati, la Sardegna si colloca in testa alla classifica nazionale per il tasso annuo effettivo (TAE) applicato ai prestiti delle piccole imprese, con un preoccupante 11,9% registrato a giugno 2024. La situazione è ancora più grave rispetto alla Calabria (11,43%) e nettamente superiore alla media nazionale del 9,15%. Le aziende di medie dimensioni sarde non se la passano molto meglio: il loro tasso è del 7,65%, comunque più elevato rispetto alla media italiana del 6,33%.
Questo caro-denaro non è solo un indicatore numerico: ha effetti tangibili sul tessuto produttivo. Tra giugno e settembre 2024, i prestiti alle piccole imprese sarde sono crollati del 4,9%, con un impatto particolarmente forte sulle aziende artigiane (-9,9%). Anche il settore delle costruzioni ha subito un calo del 6,3% rispetto all’anno precedente, mentre i servizi e il manifatturiero non sono rimasti immuni, con tassi di interesse rispettivamente all’8,39% e al 6,72%.
"Nonostante la Banca Centrale Europea abbia avviato un graduale allentamento della politica monetaria, i segnali di miglioramento tardano a manifestarsi in Sardegna," spiega Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna. L’extra-costo del denaro non solo mette sotto pressione le imprese, ma frena anche gli investimenti strategici necessari per il rilancio economico.
Green economy e digitalizzazione, due pilastri del futuro produttivo europeo, rischiano di essere compromessi dall’incertezza finanziaria.
Il problema è sistemico. Nel settore delle costruzioni, la Sardegna registra uno dei tassi più alti d’Italia (8,51%), mentre nei servizi e nel manifatturiero i costi del credito restano sopra la media nazionale, complicando la ripresa. La conseguenza? Meno investimenti, meno innovazione e una maggiore vulnerabilità del tessuto economico locale.
"Questa situazione richiede un intervento urgente," ribadisce Meloni. "Le imprese non possono permettersi di aspettare il lento riassorbimento della bolla finanziaria. È necessario un piano regionale straordinario che aiuti le piccole imprese ad accedere al credito con tassi sostenibili, favorendo così la ripresa degli investimenti e il ritorno alla crescita."
Senza un’azione concreta, la Sardegna rischia di restare intrappolata in un circolo vizioso: alti costi di finanziamento, stagnazione economica e perdita di competitività.