Un gol basta alla Roma per archiviare la pratica Cagliari. All’Olimpico, la squadra di Claudio Ranieri – oggi avversario dei suoi ex rossoblù – si impone con una rete di Dovbyk al 62', sfruttando un angolo e un'incomprensione della difesa sarda. Un episodio che decide una gara dove il Cagliari, ancora una volta, ha rinunciato a costruire gioco, lasciando campo e possesso agli avversari.
Davide Nicola si affida alla consueta impostazione prudente, con una sola punta supportata dal trequartista. Un modulo che, di fatto, trasforma la squadra in un blocco basso, pronto a ripartire ma senza mai prendere l’iniziativa. La Roma, dal canto suo, imposta la gara su un possesso ragionato, con un palleggio rapido che soffoca il Cagliari nel primo tempo. I rossoblù reggono, pur senza mai ripartire con convinzione.
La ripresa si apre con uno spirito leggermente più propositivo da parte dei sardi, ma senza quella convinzione necessaria per impensierire i giallorossi. Il gol di Dovbyk arriva nel momento più delicato: difesa statica, angolo battuto bene, girata vincente dell’ucraino. Il Cagliari avrebbe anche l'occasione per rimettere in equilibrio la gara, ma Svilar si supera su Piccoli con un intervento decisivo.
Ciò che preoccupa non è tanto la sconfitta, ma la dinamica con cui arriva. Il Cagliari non comanda mai la partita, subisce il possesso avversario e si rifugia nell’attesa, sperando nell’episodio giusto. Una strategia che, finora, si sta rivelando sterile. Il pressing è discontinuo, la fase offensiva si riduce a fiammate isolate e la difesa, per quanto ordinata, alla lunga cede sempre qualcosa.
Nicola dovrà interrogarsi sulla necessità di cambiare registro. Non si tratta di snaturare la squadra, ma di trovare un equilibrio diverso, meno passivo e più coraggioso. Perché se il piano è resistere per poi ripartire, bisogna almeno creare le condizioni per farlo. E il Cagliari, ad oggi, non lo sta facendo.