Filippo Romeo, soprannominato "Champagne", è una figura emblematica del panorama mondano milanese, balzata recentemente agli onori della cronaca per i suoi legami con la controversa Gintoneria di via Napo Torriani, locale coinvolto in un'inchiesta giudiziaria. Questo quarantanovenne di origini brianzole rappresenta un peculiare fenomeno sociale contemporaneo, incarnando uno stile di vita eccessivo che lui stesso non esita a descrivere con toni espliciti e diretti. La sua notorietà, amplificata dai social media e dalle sue apparizioni radiofoniche, lo ha reso un personaggio divisivo, ammirato da alcuni per la sua autenticità e criticato da altri per i comportamenti che promuove. L'analisi del suo profilo rivela aspetti interessanti della cultura notturna milanese e dei suoi protagonisti, offrendo uno spaccato sociologico di un certo sottobosco metropolitano caratterizzato da eccessi e trasgressione.
Filippo Romeo è il fratello minore di Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato della Repubblica Italiana, ma tra i due i rapporti sono ai minimi termini. Questa distanza familiare appare significativa e viene sottolineata dallo stesso Filippo, il quale ha dichiarato con una certa insofferenza: "I giornalisti ci campano, figurati se non tirano in ballo mio fratello". Il contrasto tra la figura istituzionale del fratello e l'immagine trasgressiva di Filippo "Champagne" crea una dicotomia che i media hanno ampiamente sfruttato, contribuendo probabilmente ad acuire le tensioni familiari esistenti.
Questa situazione riflette un fenomeno non infrequente nel panorama italiano, dove legami familiari possono unire persone con stili di vita e orientamenti radicalmente diversi, generando imbarazzi e distanze quando uno dei membri raggiunge posizioni pubbliche di rilievo. Nel caso specifico, la carriera politica di Massimiliano Romeo nella Lega, partito che tradizionalmente si richiama a valori conservatori, si contrappone nettamente allo stile di vita esibito dal fratello.
Nato circa nel 1976 (avendo 49 anni nel 2025), Filippo Romeo proviene da una famiglia benestante della Brianza. Secondo quanto lui stesso ha rivelato, ha potuto condurre "la bella vita grazie a mio padre" che "ha fatto i soldi negli anni 80 e 90 con studi di consulenza per pratiche auto". Questo contesto familiare agiato sembra aver influenzato significativamente le sue scelte di vita successive, orientate verso un edonismo esibito piuttosto che verso ambizioni professionali tradizionali.
Per quanto riguarda la formazione, Romeo ha studiato ragioneria e successivamente ha frequentato un corso in Svizzera per diventare regista cinematografico[1], anche se non risulta che abbia sviluppato una carriera professionale in quest'ambito. Questo percorso formativo eterogeneo e apparentemente incompiuto potrebbe riflettere una personalità inquieta, più interessata all'esperienza immediata che alla costruzione di un percorso professionale strutturato.
Nonostante non abbia realizzato produzioni cinematografiche di rilievo, Filippo Romeo è riuscito a costruirsi una notevole popolarità sui social media. Con 452.000 follower su Instagram, dove curiosamente ha pubblicato solo due video (uno dei quali con l'amico Davide Lacerenza)[3], rappresenta un caso particolare nel panorama degli influencer italiani. La sua notorietà sui social media sembra infatti basarsi più sul personaggio che ha costruito attraverso altri canali, in particolare quello radiofonico, che su contenuti originali pubblicati direttamente sulle piattaforme.
Questo fenomeno è interessante dal punto di vista sociologico, poiché dimostra come, nell'era della comunicazione digitale, la fama possa costruirsi attraverso percorsi non convenzionali e come un personaggio controverso possa attirare un vasto seguito anche senza una produzione di contenuti costante e strutturata. Romeo stesso ha dichiarato di essere approdato sui social grazie ai consigli di una ex fidanzata, riuscendo poi a scalare "le vette di Instagram e Tiktok".
Un contributo fondamentale alla creazione e diffusione del personaggio "Filippo Champagne" è venuto dalla sua partecipazione al programma radiofonico "La Zanzara", condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo su Radio 24. In questo contesto, spesso in coppia con un altro personaggio noto come "Nevio lo stirato", Romeo ha costruito la sua immagine pubblica, caratterizzata da un linguaggio colorito, espressioni in gergo milanese e affermazioni provocatorie.
Frasi come "attension pliss", "mi sono ballato tutta la fresca" e "quello che conta nella vita è il cash" sono diventate una sorta di marchio di fabbrica, contribuendo a creare un personaggio che viene descritto come "molto reale e poco artefatto" da chi lo conosce bene. Questa autenticità percepita, unita alla dimensione trasgressiva e provocatoria delle sue dichiarazioni, ha conquistato una fetta di pubblico significativa, alimentando la sua notorietà ben oltre i confini del programma radiofonico.
Uno degli aspetti più rilevanti emersi recentemente riguardo a Filippo Romeo è la sua stretta amicizia con Davide Lacerenza, imprenditore milanese finito ai domiciliari nell'ambito di un'inchiesta sulla Gintoneria di via Napo Torriani, locale accusato di essere un centro di spaccio di droga e prostituzione. Romeo rivendica un legame di lunga data con Lacerenza, dichiarando: "Davide conosceva mio nonno, siamo cresciuti insieme. Mi ha anche prestato dei soldi".
Questa amicizia è stata pubblicamente ribadita da Romeo anche dopo l'esplosione del caso giudiziario, quando ha difeso l'amico durante una puntata de "La Zanzara": "Davide è una persona di cuore, ha aiutato le persone. Poi per carità l'ha sempre detto che lui fa uso di cocaina, ma da qui a dire che lui spaccia...". Questa difesa pubblica in un momento di forte esposizione mediatica negativa per Lacerenza testimonia un legame significativo tra i due, radicato in anni di frequentazione comune negli ambienti della vita notturna milanese.
Secondo quanto emerge dai risultati di ricerca, Filippo Romeo non risulta indagato nell'inchiesta sulla Gintoneria. Il suo nome compare nelle carte dell'indagine solo in pochi passaggi e sempre di rimando, come quando viene menzionata una bottiglia di champagne da 3 litri del costo di 10.000 euro offerta in occasione del suo compleanno dall'ereditiere Luca S.S., oppure quando il figlio di Wanna Marchi lo definisce "spacciatore", affermazione immediatamente smentita da un interlocutore che precisa: "No, lui non si droga. Assolutamente. Non si è mai drogato, anzi quando veniva glielo diceva (a Lacerenza, ndr) di non farlo".
Nella sua difesa pubblica degli amici coinvolti nell'inchiesta, Romeo ha anche attaccato quella che considera l'ipocrisia generale sulla questione: "Tutti vengono a fare i moralisti. Dimmi un locale a Milano dove non ci sono le putt..? Le trovi negli hotel, nei ristoranti. La coca a Milano la pippano l'80 per cento delle persone, anche i minorenni, la pippano tutti"[3]. Queste dichiarazioni, al di là del linguaggio colorito e provocatorio, offrono uno spaccato della visione che Romeo ha del contesto milanese in cui si muove, caratterizzato secondo lui da comportamenti trasgressivi ampiamente diffusi ma generalmente taciuti o ipocritamente condannati quando emergono pubblicamente.
Uno degli aspetti più controversi e discussi di Filippo Romeo è la descrizione che lui stesso fornisce del proprio stile di vita, caratterizzato da eccessi e comportamenti potenzialmente problematici che lui non solo non nasconde, ma addirittura esibisce con una sorta di orgoglio.