La Sardegna, terra di tradizioni millenarie e paesaggi incontaminati, si trova oggi al centro di una nuova battaglia. Non è una guerra combattuta con le armi, ma con le pale eoliche, con i grandi interessi delle multinazionali dell'energia e con la colpevole complicità di chi dovrebbe proteggere il nostro patrimonio naturale e culturale.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha inoltrato un atto di intervento nell’ambito del procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.) relativo all’ennesima centrale eolica proposta dalla società romana Sedda Perdonau Wind s.r.l. Il progetto, che prevede l’installazione di 13 mastodontici aerogeneratori con un’altezza superiore ai 200 metri, sorgerà sui pascoli e le macchie mediterranee di Serra Perdonau, coinvolgendo i comuni di S. Andrea Frius, S. Nicolò Gerrei, Serdiana, Dolianova, Donori, Samatzai e Nuraminis.
Ma non si tratta solo di una questione estetica. L'area individuata per questa ennesima speculazione eolica è già soggetta a vincoli paesaggistici e ambientali stringenti. Non solo: è anche il rifugio di specie avifaunistiche protette come il Grifone (Gyps fulvus), recentemente reintrodotto grazie a progetti europei di tutela. Eppure, nonostante l'evidente incompatibilità ambientale, la macchina del profitto sembra essere inarrestabile.
Il GrIG, con un atto di coraggio e di coscienza, ha chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di esprimere un formale diniego alla compatibilità ambientale di questi impianti. E ha fatto bene a farlo, perché la verità è che siamo di fronte a una vera e propria speculazione energetica. Il progetto non è pensato per soddisfare un reale fabbisogno energetico dell'isola – già oggi la Sardegna produce il 38% di energia in più rispetto al suo consumo – ma per ingrassare le tasche di poche società energetiche a spese del nostro territorio e del nostro paesaggio.
Ma c’è di più. L'area designata per l'installazione di ben 8 delle 13 torri eoliche ricade sui demani civici di S. Andrea Frius e di Serdiana, territori che appartengono, di diritto, alle comunità locali. I diritti di uso civico, tutelati dalla legge e dalla giurisprudenza, sono inalienabili, indivisibili e imprescrittibili. Eppure, questi diritti rischiano di essere calpestati in nome di una presunta transizione ecologica che, invece di proteggere l’ambiente, lo devasta.
Non è un caso isolato. L'assalto energetico alla Sardegna è solo la punta dell'iceberg di un fenomeno che interessa tutto il territorio nazionale. Come ha denunciato la Soprintendenza speciale per il PNRR, in Italia si stanno moltiplicando progetti di impianti eolici e fotovoltaici che superano di ben 7 volte gli obiettivi previsti al 2030. Altro che transizione ecologica: siamo di fronte a una vera e propria sostituzione paesaggistica e culturale che rischia di cancellare la nostra identità per sempre.
È ora di dire basta. Il GrIG ha lanciato una petizione popolare per dire sì all’energia rinnovabile, ma no alla speculazione energetica. Una petizione che ha già raccolto più di 19.000 firme e che merita di essere sostenuta da tutti coloro che credono in un futuro migliore per la nostra terra.
La Sardegna, e l’Italia intera, non possono essere trasformate in un gigantesco parco giochi per speculatori senza scrupoli. È tempo di alzare la voce e difendere il nostro territorio, il nostro paesaggio, e la nostra identità.
Firma la petizione, diffondila e fai sentire la tua voce. Non c’è più tempo da perdere.