Il Comune di Cagliari ha dato il via libera definitivo alla variante urbanistica che consentirà la realizzazione della nuova Sala del Regno dei Testimoni di Geova nell’area compresa tra via Bosco Cappuccio e viale Monastir. L’intervento, oltre a soddisfare un’esigenza decennale della comunità religiosa, rappresenta un tassello strategico per la riqualificazione di una zona periferica della città, finora trascurata, e per la creazione di un circuito ciclopedonale che collegherà punti nevralgici del quartiere. Il progetto unisce dunque istanze religiose, sociali e infrastrutturali, con un’attenzione particolare alla sostenibilità e alla riconnessione di spazi pubblici.
L’area interessata dal progetto, situata nel settore sud-orientale di Cagliari, ha storicamente sofferto di un progressivo abbandono, nonostante la presenza di servizi essenziali come la mensa universitaria e la futura Casa della Salute in via Abruzzi. La variante approvata modifica la destinazione d’uso di un lotto precedentemente classificato come “verde attrezzato” a “servizi di culto”, permettendo la costruzione del nuovo edificio religioso. Tuttavia, l’amministrazione comunale ha sottolineato come l’intervento non si limiti a soddisfare una richiesta specifica, ma sia parte di una visione più ampia di rigenerazione urbana.
Andrea Scano, presidente della commissione Urbanistica, ha definito l’operazione “un’occasione per restituire dignità a un angolo di città dimenticato”. “La scelta di inserire un luogo di culto in questa zona”, ha aggiunto, “è bilanciata dalla creazione di infrastrutture pubbliche che avranno ricadute positive sull’intera comunità”.
La nuova Sala del Regno sorgerà su due piani, con una superficie complessiva di 350 mq e un volume di circa 3.000 metri cubi. L’edificio, caratterizzato da una pianta rettangolare e linee architettoniche essenziali, ospiterà al piano terra un ingresso, una sala principale per le funzioni religiose (con capienza di 120 persone), due salette secondarie e un locale tecnico. La stessa configurazione si ripeterà al primo piano, garantendo flessibilità d’uso per eventi e incontri comunitari.
Pur non essendo previsti elementi monumentali, il progetto include soluzioni per minimizzare l’impatto visivo. La facciata principale, rivolta verso via Bosco Cappuccio, sarà realizzata con materiali neutri e tonalità che richiamano il contesto circostante, mentre il lato est affacciato su viale Monastir vedrà la piantumazione di specie vegetali autoctone per creare una barriera verde.
Uno degli aspetti più innovativi del progetto riguarda la cessione gratuita al Comune di un tratto di strada privata che collegherà via Bosco Cappuccio a via Premuda. Questo passaggio consentirà di realizzare un circuito ciclopedonale integrato, concepito per connettere aree di interesse collettivo: dalla mensa universitaria alla futura piscina pubblica, dalla Casa della Salute fino a piazza San Michele. L’anello, una volta completato, chiuderà il percorso ritornando su via Bosco Cappuccio, creando un itinerario sicuro per pedoni e ciclisti.
Il tracciato, lungo circa 1,5 km, sarà dotato di illuminazione a LED a basso consumo, panchine e stazioni di bike sharing. L’assessora alla Mobilità, Maria Grazia Piras, ha sottolineato come “questo intervento risponda alla necessità di rendere Cagliari una città sempre più a misura d’uomo, riducendo la dipendenza dall’automobile in aree periferiche”.
La comunità religiosa, attualmente priva di uno spazio dedicato nel capoluogo sardo, ha accolto con entusiasmo l’approvazione del progetto. “Finalmente avremo un luogo dove riunirci senza dover ricorrere a spazi temporanei”, ha commentato Roberto Melis, portavoce locale dei Testimoni di Geova. “La sala sarà aperta anche a iniziative culturali, mantenendo però la sua vocazione principale”.
Non sono mancate le voci critiche, soprattutto da parte di associazioni ambientaliste che contestano la riduzione delle aree verdi. Il gruppo *Cagliari Bene Comune* ha presentato un esposto chiedendo la revisione della variante, sostenendo che “il sacrificio di suolo pubblico per un’opera privata non sia giustificato”. L’amministrazione ha replicato evidenziando come il progetto complessivo comporterà un aumento del 15% delle zone pedonalizzate nell’area.
Oltre ai benefici diretti per i fedeli, il cantiere della Sala del Regno genererà circa 30 posti di lavoro temporanei, con priorità per le maestranze locali. Una volta ultimato, l’edificio richiederà personale per la manutenzione e la gestione degli eventi, contribuendo a rivitalizzare l’economia di quartiere.
La prossimità con la mensa universitaria e la futura piscina pubblica crea potenziali sinergie. Gli studenti potranno usufruire del circuito ciclopedonale per gli spostamenti quotidiani, mentre i frequentatori della piscina avranno accesso a parcheggi bicicletta dedicati. La Casa della Salute, in fase di realizzazione, beneficerà inoltre di un miglior accesso per disabili e anziani grazie alla nuova viabilità.
L’approvazione della Sala del Regno a Cagliari dimostra come esigenze specifiche possano trasformarsi in volani per interventi di interesse collettivo. La sfida ora è garantire che le promesse di riqualificazione si traducano in realtà tangibili, monitorando l’effettiva realizzazione delle opere accessorie e l’integrazione sociale del nuovo polo religioso. Se il modello avrà successo, potrebbe ispirare analoghe collaborazioni tra enti pubblici e comunità locali in altri quartieri della città.