Nelle aspre terre di Orgosolo, dove il vento scolpisce le rocce e le storie si fondono con le leggende, si è consumato l'ultimo atto di un'epoca. Con la sepoltura di Graziano Mesina, un uomo avvolto nel mito e nella controversia, si chiude un capitolo oscuro della Sardegna: quello del banditismo.
Le voci che si levano sono discordanti, un coro di pietà e di accusa. Nato in un'era di miseria e dolore, quando i pastori cedevano ai padroni della terra il frutto del loro sudore, Mesina divenne il simbolo di una ribellione disperata.
Le faide, scatenate per un pugno di terra o una pecora rubata, erano il riflesso di un'ingiustizia profonda. Mentre i "signori" del continente depredavano la Sardegna, nelle città di Macchiareddu, Portotorres, Portovesme, Ottana, Villacidro e Tossilo, i pastori, costretti a rubare per sopravvivere, venivano marchiati come criminali.
Mesina, bandito e criminale, è innegabile. La sua figura si staglia sullo sfondo di un'isola ferita, di una popolazione costretta all'emigrazione. E mentre i veri banditi, i potenti che si spartiscono appalti e devastano la terra, continuano a prosperare, Mesina diventa un'icona di un'epoca di ribellione.
Non si può negare che Mesina abbia deviato il suo cammino, immischiandosi in traffici illeciti e macchiandosi di crimini efferati. La sua figura non può essere santificata, ma neanche può essere separata dal contesto di un'isola ferita, dove la disperazione spingeva gli uomini a scelte estreme.
Un capitolo controverso della sua vita fu il suo coinvolgimento nella liberazione di Farouk Kassam, il bambino rapito nel 1992 a Porto Cervo. Mesina, sfruttando la sua conoscenza del territorio e i suoi contatti, svolse un ruolo chiave nelle trattative per la liberazione del bambino, un'azione che suscitò sia ammirazione che critiche.
Oggi, mentre Orgosolo piange il suo bandito, la Sardegna si interroga sul suo passato e sul suo futuro. I "veri banditi", quelli che indossano abiti di seta e stringono accordi oscuri, continuano a tessere la loro tela, protetti da una rete di complicità e tradimenti.
E così, mentre la terra accoglie le spoglie di Graziano, l'ombra del banditismo si allunga ancora sull'isola, un monito silenzioso contro l'ingiustizia e la corruzione.