È un'attesa carica di tensione quella che precede la pronuncia della Corte Costituzionale sulla legittimità dell'Autonomia differenziata, una delle riforme più discusse dell’ultimo periodo. Le Regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania, tutte a guida centrosinistra, hanno presentato ricorso contro la legge, sollevando dubbi sulla sua costituzionalità.
Domani la Consulta si riunirà in camera di consiglio per esaminare nel dettaglio le questioni sollevate, e la sentenza è attesa per metà dicembre.
A rendere la questione ancor più delicata è la coincidenza con la decisione della Cassazione sui referendum abrogativi in merito. La Consulta, dunque, dovrà esprimersi prima che il dibattito finisca nelle mani degli elettori. Entro dicembre, sapremo se questa norma potrà superare il vaglio costituzionale o se, invece, dovrà essere ridiscussa in Parlamento.
Per il centrosinistra, il rischio è che l’autonomia differenziata possa minare l’unità del Paese, accentuando le disparità tra Regioni più forti e quelle più fragili.
Intanto, cresce l’attesa non solo tra le forze politiche, ma anche tra i cittadini, molti dei quali sono pronti a pronunciarsi attraverso il referendum, se sarà dichiarato ammissibile.