La protesta dei 26 operatori socio sanitari esclusi dalla stabilizzazione non si ferma. Occupano da settimane l’aula del Consiglio regionale a Cagliari, portando avanti uno sciopero della fame e della sete, simbolo di una battaglia che va ben oltre la richiesta di un posto di lavoro. È la difesa di un diritto che – secondo loro – la Regione Sardegna avrebbe ignorato, nonostante le norme vigenti e le graduatorie pubbliche.
A inasprire ulteriormente il clima sono state le recenti dichiarazioni dell’assessora al Lavoro, Desirè Manca, intervenuta a un convegno a Nuoro, dove ha espresso la sua posizione sul tema dei cantieri occupazionali sanitari e, in particolare, sul caso dei 26 OSS rimasti fuori dalla stabilizzazione, nonostante risultino inseriti nella graduatoria prioritaria pubblicata dalla ASL di Cagliari nel 2023.
Il Comitato dei 26, attraverso il suo portavoce Gianfranco Angioni – anche referente regionale USB Sanità – ha diffuso una dura nota di replica, accusando l’assessora di aver mostrato “disprezzo e indifferenza” nei confronti di lavoratori che, “con coraggio disarmante e impegno ineccepibile”, continuano a lottare per veder riconosciuti i propri diritti.
“La legge 234 del 2021 e la legge regionale n.11 del 2022 – si legge nel comunicato – chiariscono, senza ombra di dubbio, che gli OSS avevano diritto alla priorità assunzionale, essendo già attivi presso la ASL di Cagliari”. Per il Comitato, invece di sanare l’ingiustizia, l’assessora avrebbe alimentato “conflitti tra categorie di lavoratori”, tracciando una distinzione inaccettabile tra “lavoratori di serie A e serie B”.
Ancora più dura la condanna alla gestione complessiva dei cantieri occupazionali sanitari, definiti come il segno tangibile di “incapacità gestionale” e di “una preoccupante mancanza di visione strategica per il futuro del lavoro in ambito sanitario”.
“È penoso – scrive Angioni – assistere a tentativi di ridurre i diritti a privilegi. L’unica via d’uscita da questa crisi è la trasparenza e il riconoscimento dei diritti di tutti i lavoratori, senza distinzioni o discriminazioni”.
Il Comitato chiede dunque che l’assessora Manca “si assuma la responsabilità delle proprie affermazioni, valuti seriamente la propria posizione e chieda immediatamente scusa”. Ma non solo. Arriva anche una richiesta politica chiara: “Riteniamo che l’unica soluzione possibile sia che l’assessore si riappropri delle competenze del suo assessorato e abbandoni il doppio ruolo di assessore alla sanità, al fine di garantire una gestione più competente e rispettosa della dignità di tutti i lavoratori sanitari”.
Una presa di posizione netta, che promette di far discutere e accende un riflettore sulla gestione delle politiche sanitarie in Sardegna e sul futuro occupazionale degli operatori socio sanitari.