Si è tenuta questa mattina ad Alghero al Café Latino, una conferenza del movimento civico Orizzonte Comune, alla presenza dell’assessore regionale al Turismo Franco Cuccureddu, del sindaco Raimondo Cacciotto, dell’assessore comunale Enrico Daga, Massimo Rizzu coordinatore provinciale e Antonio Cardin referente locale insieme a Massimiliano Lepri e Sergio Grimaldi e di numerosi esponenti del mondo imprenditoriale e politico locale.
L’incontro, annunciato come momento di presentazione delle nuove adesioni al movimento, si è presto trasformato in un confronto a più voci su temi differenti. Poco spazio è stato dato alle nuove adesioni vere e proprie — se non quella dell'avvocato Deriu e dell'imprenditore Giovanni Roma — mentre ogni relatore ha scelto di concentrarsi sui temi di sua competenza: turismo, sviluppo, demografia, visione strategica.
Il sindaco Cacciotto ha posto l’accento sul dramma dello spopolamento, sottolineando come “tra meno di vent’anni, Alghero perderà il 9% della popolazione, con oltre il 40% di over 65 e over 75. Nel 2024 sono nati solo 168 bambini a fronte di oltre 500 decessi”. Una fotografia impietosa, alla quale si somma l’emorragia giovanile. “Andare via è positivo — ha detto — ma se non creiamo le condizioni per farli tornare, il territorio perde il suo futuro”.
L’assessore Daga ha proposto una visione alternativa per contrastare questo declino: attrarre nomadi digitali e innovatori, costruendo un’identità territoriale in grado di offrire qualità della vita, infrastrutture, rete, ospitalità e innovazione. “Stiamo lavorando per rendere il Nord-Ovest della Sardegna un punto di riferimento europeo per l’innovazione, con l’‘Alghero Innovation Hub’, il Convention Bureau e una nuova alleanza con la Fondazione Bruno Kessler di Trento”. C'è da chiedersi se questa possa essere una soluzione ad ampio raggio per il tessuto sociale. In fondo nessuno ha parlato di chi questa città la vive dalla nascita e ci vorrebbe restare e non solo i nomadi digitali che vanno e vengono da un posto all'altro. Sembra quasi seguendo il dibattito che la soluzione allo spopolamento sia lo spopolamento stesso. In fondo provocatoriamente si potrebbe dire: se i ragazzi partono e non tornano perché a chi ci vive qui dovrebbe venir voglia di restare? se non per necessità e impossibilità di spostamento? Come può il nomadismo risolvere lo spopolamento? è una contraddizione in termini.
Cuccureddu ha offerto un lungo e articolato intervento sul turismo e sul modello di sviluppo che la Regione intende adottare oltre che a fondi ottenuti ed in ottenimento con i plausi del governo stesso: “Dobbiamo uscire dalla logica del turismo balneare di 6 settimane. Puntiamo su prodotti turistici alternativi, sul turismo invernale, sui borghi e sull’attrazione di target specifici con capacità di spesa e motivazione culturale”. Ha parlato di bandi, fondi, investimenti, fiere internazionali e progetti strategici come l’albergo diffuso, il turismo accessibile e il rilancio delle strutture ricettive.
Sono intervenuti i coordinatori locali Max Lepri e Sergio Grimaldi, che hanno sottolineato la vocazione tecnica e pragmatica del movimento: “Speriamo che il principio del campo largo, anche a livello regionale, non venga inteso come smontare ciò che ha fatto chi è venuto prima, ma nel dare continuità alle cose buone”.
Non sono mancati i riferimenti politici. Nessuno dei relatori ha citato il consigliere Christian Mulas, eletto proprio con Orizzonte Comune e recentemente passato al Psd’Az. Alla domanda dei giornalisti su quanto pesi non avere più rappresentanti in Consiglio comunale, Cuccureddu guida di Orizzonte Comune ha risposto con decisione: “Zero. Non ci interessa avere un consigliere che non ci rappresenta. Parliamo con chi conta, non con chi si firma in modo confuso con tre trattini tra sigle diverse. Il nostro progetto è civico e condiviso, non ideologico”. Ha poi confermato che ci sono interlocuzioni in corso con consiglieri e cittadini, anche ex Forza Paris, ma ha precisato che Orizzonte Comune non è in campagna acquisti: “Non ci interessa aderire in Consiglio, ma lavorare sui contenuti”.
Orizzonte Comune si conferma, dunque, più come laboratorio civico che come movimento in cerca di visibilità elettorale, con un linguaggio che cerca di tenere insieme il pragmatismo amministrativo, la visione strategica e la fedeltà a una linea non ideologica. Ma la frammentazione interna e la dispersione dei temi trattati restano il riflesso di una realtà ancora fluida.