La Sardegna si sta spopolando, e lo fa a una velocità preoccupante. Il rapporto Mete 2024 delle Acli, presentato a Cagliari, conferma una realtà che molti sembrano voler ignorare: la nostra isola è in piena emergenza demografica. In un solo anno, la popolazione sarda ha perso 8.314 abitanti, l’equivalente di un intero comune come Dorgali, e negli ultimi otto anni, ben 88.306 persone sono svanite dalla nostra terra.
Una voragine che sembra destinata ad allargarsi sempre più: attualmente siamo 1.569.832, ma proiettando i dati al 2050, ci ritroveremo appena 1.239.379, un calo del 21%. A completare questo quadro inquietante è il fatto che la Sardegna registra la percentuale più bassa di popolazione tra gli 0 e i 14 anni a livello nazionale, con appena il 10% rispetto al 16,7% della media italiana.
La nostra isola non sta solo perdendo abitanti; sta invecchiando e, senza giovani, il futuro appare grigio.
Certo, l’immigrazione potrebbe rappresentare un piccolo correttivo, ma non è sufficiente. I cittadini stranieri rappresentano una parte significativa della nostra popolazione, con i romeni in testa (11.313) seguiti dal Senegal (4.289), Marocco, Cina, Ucraina e Filippine. Tuttavia, se da un lato l’Ucraina ha visto un incremento del 16% rispetto all’anno precedente, dall’altro il Marocco ha perso il 3% dei suoi residenti. Anche la Germania, forse sorprendentemente, ha registrato una crescita del 5%. Ma non basta per colmare il vuoto lasciato dai giovani sardi che emigrano: al 31 dicembre 2022, ben 128.350 sardi risultavano iscritti all’Aire, parte di quei 5,9 milioni di italiani che hanno cercato altrove le opportunità che la nostra terra non sa più offrire.
A peggiorare il quadro è il dato della dispersione scolastica: in Sardegna siamo al 17,3%, contro una media nazionale del 10%. E se parliamo di istruzione, il confronto è impietoso: solo il 54,6% dei sardi tra i 25 e 64 anni ha almeno il diploma, contro il 65,5% della media italiana.
Un quadro desolante che non può essere ignorato. La Sardegna rischia di trasformarsi in un'isola vuota, incapace di offrire un futuro ai suoi giovani, di trattenere le sue menti migliori, di crescere e prosperare. È il momento di prendere atto di questa crisi e agire, prima che sia troppo tardi.