Lo scandalo. A scoppio ritardato. Del dottor Massimiliano Tuveri, medico chirurgo oncologico. L'Unione Sarda pone stamane il caso di questo chirurgo. Caso di cui io ho parlato nel Mio Osservatorio il 3 agosto, cioè tre mesi fa. Riprendendo un pezzo di Mauro Lissia sul Fatto Quotidiano. Lissia raccontava come il dottor Tuveri, nonostante avesse vinto il concorso, a Cagliari fosse tenuto miseramente inattivo. In una stanza. Con stipendio del servizio pubblico. Ma senza struttura per poter operare. A tal punto che il dottor Tuveri si era rivolto ad un legale per far valere la sua dignità di lavoratore. Ebbene, stanco di quella situazione umiliante, il medico chirurgo non ha aspettato l'esito della causa. Ha ripreso armi e bagagli ed è tornato in attività in una struttura medica di Verona. Dove le pazienti sarde vanno a farsi operare. Per il tumore alla mammella. Con sacrifici enormi e costi parimenti elevati per le casse regionali. Nessuno ad agosto sollevò il caso di questo professionista. Tranne Lissia e, di rimbalzo, il Mio Osservatorio. Eppure si trattava di una evidente e clamorosa azione di mobbing. E comunque di mala gestione organizzativa sanitaria. Nell'ospedale Arnas Brotzu di Cagliari. Dove, vale la pena ricordare, tutti i nove capi dipartimento hanno compiuto i mesi scorsi una protesta senza precedenti. Firmando un atto di sfiducia nei confronti del direttore sanitario, il dottor Raimondo Pinna. Fedelissimo di Christian Solinas. Tanto per cambiare. Mario Guerrini.