11 novembre 1918, termina la Prima Guerra Mondiale, iniziata il 24 maggio del 1915 (per l’Italia). Vi parteciparono 100 mila giovani sardi, di cui 13.602 morirono combattendo, altrettanti furono mutilati o feriti gravi. Un immenso sacrificio per il popolo sardo, per liberare le terre irredente del Trentino, della Venezia Giulia e di Trieste, tanto lontane dalla Sardegna. Un vero esempio di attaccamento alla Patria “Italia”, un atteggiamento esemplare dettato da coraggio e ardimento, un comportamento da veri e propri combattenti, risoluti ed audaci (vedi nel sito: racconti e leggende del Campidano e Dintorni, - “Antioco Cipolla” eroe del Carso -).
Ai cavalieri di Vittorio Veneto, eroi della gloriosa e vittoriosa Brigata Sassari, il re, Vittorio Emanuele III°, per l’ardimento, l’abnegazione, il coraggio evidenziati, promise solennemente “mari e monti” e tantissime altre cose, per risanare la situazione di penosa miseria in cui versava la terra sarda. Mari e monti i sardi li avevano già e li hanno ancora, di tutte le altre tantissime cose promesse non ne mantenne solo una!!! Evviva il re e tutta la sua generosa stirpe. In proposito a tutti i giovani sardi, e non, consigliamo la lettura dell’opera di Emilio Lussu “Un anno sull’Altipiano”.
L' ultima vittima ufficiale italiana fu Alberto Riva Villasant a cui è dedicata la scuola di Cagliari sita in piazza Garibaldi.
Figlio di di Giovanni e di Giovanna Villasanta, nacque a Cagliari il 20 agosto 1900 e morì in combattimento ad Aris il 4 novembre 1918.
Figlio del maggiore Giovanni, caduto sull’Altipiano di Asiago nel giugno 1916 al comando di un battaglione della valorosa brigata Sassari e nipote di altri prodi ufficiali combattenti d’Africa e della guerra 1915 – 1918, a soli diciassette anni fuggì di casa per arruolarsi volontario nel 90° reggimento fanteria della brigata Salerno nell’ottobre 1917.
Inviato al fronte combatté sul Grappa e sul Piave; quindi mandato a frequentare un corso per allievi ufficiali di complemento presso la 3^ Armata, nel gennaio 1918 ottenne la nomina ad aspirante nell’8° reggimento bersaglieri. Promosso sottotenente nel febbraio successivo, ebbe il comando del reparto arditi reggimentale col quale, nella battaglia del Piave, dal 15 al 24 giugno, partecipò all’occupazione di Fagarè e successivamente, il 15 e 16 agosto, dette prova di grande ardire e di alte virtù militari nei combattimenti per la conquista dell’Isola Caserta sul Piave, meritando una medaglia d’argento al valore. Crollato l’intero fronte nemico per la battaglia di Vittorio Veneto, l’8° bersaglieri e tre squadroni del reggimento Cavalleggeri di Aquila, il 4 novembre, passato il Tagliamento e il fiume Stella, incalzando il nemico in ritirata, incontrarono l’ultima resistenza nemica alla travolgente avanzata nella pianura veneta in una postazione di mitragliatrici annidata in un gruppo di case, centro di un nodo stradale così detto Trivio del Paradiso, nei pressi di Aris. Pochi minuti prima della cessazione delle ostilità, bersaglieri e cavalleggeri mossero all’attacco di quest’ultimo ostacolo e l’adolescente Alberto Riva Villasanta, alla testa dei suoi arditi cadde colpito da una raffica di mitragliatrice. Alla sua memoria, con moto proprio sovrano del 19 febbraio 1919, venne concessa la medaglia d’oro al v. m.