Una cappella del duomo di Cagliari è dedicata a Santa Barbara e alle Famiglie Sante.
Al centro il bellissimo dipinto a olio su tela raffigurante il martirio della Santa. S. Barbara patrona del genio, dei minatori e dell'artiglieria, e la Cappella stata restaurata da spese degli Ufficiali Artiglieri.
Costruita dall'Arciv. Giovanni Giuseppe Raulo Costantino Falletti (1726-1748) che governò la Diocesi per 22 anni. A sin. il monumento a Gerolamo Falletti, vicerè della Sardegna dal 1731 al 1735, a destra quello dell'arcivescovo Raulo Costanzo Felletti, fatto costruire da lui stesso nel 1736.
La Cappella stata dedicata alle Sante Famiglie il 28.12.2008 da S.E.R. Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo metropolita di Cagliari.
Santa Barbara nacque in Nicomedia attuale Izmit in Turchia ed ebbe a padre Dioscoro, crudelissimo persecutore dei cristiani. Essendo educata nelle lettere, conobbe la sublima storia dei misteri cristiani, e con tutto l'amor del verginal suo cuore ricevette la grazia del battesimo. Per tener presente l'augusto mistero della SS. Trinità, fece aprire una terza finestra nella torre del suo castello per elevarsi meglio a Dio, e ne provava tutta la dolcezza.
Il padre accortosi di ciò, chiese spiegazione, e Barbara non esitò a spiegargli il mistero della Croce.
La torre però divenne ben presto la sua prigione a causa di un padre oscuramente geloso della sua bellezza.
Si racconta a questo proposito che, durante una lunga assenza del padre, la ragazza sia riuscita a fuggire fortunosamente dalla prigione. Girovagando nel bosco, trovò poi rifugio nella capanna di un pastore ma, tradita, venne consegnata nelle crudeli mani del padre, il quale, per punirla, la denunciò come cristiana alle autorità e la fece imprigionare, assistendo con inaudita impassibilità alle torture cui venne sottoposta.
Un padre davvero snaturato. Il giudice che la processò infierì sulla sua rara grazia condannandola ad attraversare il paese completamente ignuda; nel giorno fissato però, una nube densa e nera, mandata miracolosamente dal cielo, avvolse il suo corpo proteggendola da sguardi indiscreti.
I carnefici tentarono quindi di ustionarla, ma le fiamme accese ai suoi fianchi si spensero subito; le vennero poi tagliati i seni, venne colpita alla testa con un martello. Quando venne mandata a morte, fu il padre stesso a farle da carnefice: con un colpo di spada vibrato con insana ferocia, il reprobo genitore decapitò la figlia.
Ma quando la testa di Barbara cadde sanguinolenta al suolo, un fulmine a ciel sereno si abbatté sull'uomo, incenerendolo all'istante. La morte improvvisa, inviata come punizione dal cielo, fece giustizia dell'atroce delitto "cosi narra la tradizione", mandando sicuramente all'inferno l'anima del padre crudele, prima che avesse il tempo di pentirsene.
Barbara è particolarmente invocata contro la morte improvvisa (allusione a quella del padre, secondo la leggenda); in seguito la sua protezione fu estesa a tutte le persone che erano esposte nel loro lavoro al pericolo di morte istantanea, come gli artificieri, gli artiglieri, i carpentieri, i minatori; oggi è venerata anche come protettrice dei vigili del fuoco. Nelle navi da guerra il deposito delle munizioni è denominato “Santa Barbara”.