Papa Francesco è morto e non vogliono dircelo: il dilagare delle teorie complottistiche

Le condizioni di salute di Papa Francesco stanno alimentando un'ondata di teorie del complotto, che si diffondono rapidamente sul web. Il Pontefice, ricoverato da tredici giorni al Policlinico Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale, viene costantemente monitorato dai medici, che diffondono aggiornamenti ufficiali rassicuranti. Tuttavia, nei meandri di internet e sui social media, si fa strada l'idea che la realtà sia ben diversa da quanto comunicato dal Vaticano.

La più insistente tra queste teorie sostiene che Papa Francesco sarebbe già morto e che la Santa Sede stia occultando la notizia per evitare ripercussioni geopolitiche e sconvolgimenti interni alla Chiesa cattolica. Secondo i sostenitori di questa ipotesi, la presunta scomparsa del Pontefice verrebbe tenuta nascosta per non destabilizzare eventi cruciali, come il Giubileo, e per garantire una transizione ordinata nella guida del Vaticano. Alcuni spingono la teoria ancora oltre, collegando il silenzio su questa presunta morte a questioni politiche internazionali, tra cui il conflitto tra Israele e Hamas e le trattative tra Ucraina e Russia.

Nonostante i bollettini ufficiali descrivano un quadro clinico stabile e in miglioramento, la diffidenza nei confronti delle fonti istituzionali continua a crescere. Questo fenomeno non è nuovo: la Chiesa ha sempre esercitato un controllo rigoroso sulle comunicazioni riguardanti il Pontefice, e questa storica riservatezza alimenta oggi la proliferazione delle teorie alternative.

La diffusione di notizie infondate sulla morte dei Papi è un fenomeno ricorrente. Già in passato, durante il pontificato di Giovanni Paolo II, si diffusero speculazioni sulla sua reale condizione di salute, soprattutto negli ultimi anni del suo ministero. Lo stesso accadde con Benedetto XVI, il cui ritiro dalla vita pubblica scatenò congetture su una presunta morte anticipata.

Uno degli elementi più suggestivi tra le teorie complottistiche riguarda la presunta apparizione di corvi neri sopra la Basilica di San Pietro. Nell’immaginario collettivo, questi uccelli vengono spesso associati a presagi di sventura, un simbolismo che ha trovato terreno fertile tra coloro che vedono in questa presenza un segno inequivocabile della fine del pontificato di Francesco.

Alcuni complottisti hanno anche legato le condizioni di salute di Papa Bergoglio alla sua posizione favorevole ai vaccini anti-Covid. In passato, il Pontefice si era espresso con fermezza in favore della campagna vaccinale, e alcune voci, prive di fondamento scientifico, insinuano che proprio il vaccino possa aver contribuito al peggioramento delle sue condizioni di salute.

Se da un lato le teorie del complotto trovano spazio su blog e social media, dall’altro il Vaticano e le fonti sanitarie continuano a fornire aggiornamenti regolari sulle condizioni del Pontefice. Tuttavia, l’avversione verso i media tradizionali e le istituzioni ufficiali alimenta un circuito parallelo di informazione, nel quale ogni dichiarazione ufficiale viene interpretata come una strategia di occultamento.

Le teorie del complotto prosperano laddove vi è incertezza e diffidenza. Il caso di Papa Francesco non fa eccezione, inserendosi in una tradizione di sospetti e speculazioni che accompagna ogni momento critico della Chiesa cattolica. In un’epoca in cui la velocità dell’informazione è superiore alla capacità di verificarne l’attendibilità, il confine tra verità e narrazione alternativa si fa sempre più sottile.

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