Caro bollette energia elettrica e gas: anche in Sardegna gli
aumenti, anche del 200%, mettono in difficoltà le imprese.
Particolarmente colpite quelle di piccole dimensioni e le alimentari
(molini, panifici, caseifici). Maria Amelia Lai (Presidente
Confartigianato Sardegna): “Situazione difficile. Milioni di euro di
costi in più che non potranno essere scaricati sui consumatori. Il
Governo deve intervenire: non bastano i quasi 4 miliardi di euro messi
a disposizione”.
“Siamo seriamente preoccupati per la sopravvivenza di tante aziende
che rischiano, nel 2022, di vedere energia elettrica e gas aumentare
anche del 200%”.
E’ questo il timore di Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato
Imprese Sardegna, sull’entrata in vigore delle nuove tariffe
elettriche e che potrebbero seriamente danneggiare un sistema
produttivo che, lentamente e a fatica, tenta di rialzarsi dalla crisi.
Infatti, una fluttuazione dei costi energetici pericolosamente
altalenante, il cui picco l’Associazione Artigiana ha voluto
fotografare al primo gennaio, unito a un sistema produttivo che ha
notevoli difficoltà a programmare la produzione futura, creano una
pericolosa condizione di “panico”.
“Le nostre imprese, le nostre officine, i nostri cantieri e i nostri
laboratori iniziano a rinunciare a prendere nuovi ordini, nonostante
la fortissima richiesta di beni e servizi – continua la Presidente -
perché gli aumenti dei costi delle materie prime, tra le quali
spiccano l’energia e il gas, sono impossibili da trasferire sulla
committenza. E’ una situazione che ci allarma molto in quanto una
parte delle imprese rischia addirittura di non riaprire dopo le
festività natalizie”.
Il caro tariffe di energia elettrica e gas, infatti, sta incidendo
pesantemente su aziende e famiglie. Nel mese di ottobre 2021, ad
esempio, il salto tariffario per l’energia elettrica rispetto al mese
precedente è stato del 37%, mentre l’aumento di novembre su ottobre è
stato di un altro 3,9%, arrivando al mese di dicembre che rispetto al
mese di novembre ci da un aumento tariffario di almeno il 28%. Aumenti
riscontrabili facilmente nella borsa elettrica visto che fanno
riferimento all’andamento medio mensile del PUN (Prezzo Unico
Nazionale dell’energia elettrica).
“Aumenti che nell’ultimo trimestre del 2021 hanno messo in seria
difficoltà tutte le tante imprese che hanno contrattualizzato tariffe
indicizzate per le loro forniture, e che mai avrebbero pensato di
trovarsi in una situazione di questo genere – sottolinea la Lai -
situazione che, parrebbe, non migliorare nel 2022. Infatti, tutti gli
indicatori, già oggi, dicono che il primo trimestre sarà certamente,
in termini di costo dell’energia, ancora più pesante dell’ultimo
trimestre 2021. Si spera poi in un calo tariffario nel secondo
trimestre visto che le previsioni indicano per il gas naturale una
riduzione dei costi, previsione però tutta da dimostrare e,
soprattutto da quantificare in termini reali”.
Gli aumenti delle tariffe dell’energia elettrica e del gas stanno,
infatti, mettendo in seria difficoltà molte imprese, in particolare
quelle di piccole dimensioni.
Per Confartigianato, in questa fase sottoscrivere nuovi contratti con
forniture a tariffa fissa (quindi molto alte) appare non conveniente
perché comporterà il mantenimento delle stesse per l’intero periodo
contrattuale. Nel contempo, sottoscrivere contratti a tariffa
indicizzata comporterà costi molto alti per il primo trimestre, che è
il periodo dell’anno con maggiore utilizzo di energia elettrica e gas,
sperando poi di poter beneficiare degli eventuali cali dell’andamento
della borsa elettrica, di cui però non c’è certezza.
“La situazione è insostenibile e le imprese non possono vivere
sull’incertezza e il timore di quel che può accadere da qui alla
primavera. Quindi, come si può programmare la propria attività? – si
chiede il Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna, Daniele
Serra – il CAEM, uno dei Consorzi di riferimento di Confartigianato
per le forniture di energia elettrica e gas, che opera per diverse
migliaia di piccole imprese, ha fatto alcune simulazioni sugli aumenti
nel 2022, sulla base dell’attuale andamento del prezzo della borsa
elettrica sia sul gas che sull’energia. Ne emerge uno scenario davvero
impressionante”.
Rispetto al 2021 un molino che utilizza quasi 1,5 milioni di kWh/anno,
subirà un aumento del 220% e passerà da 131 a 420 mila euro di costi;
un’azienda della plastica che utilizza annualmente 2,5 milioni di kWh
avrà un aumento della spesa del 202%, passando da 267mila euro a 806;
un caseificio, con un utilizzo di quasi 600mila kWh/anno, subirà un
aumento del 146%, passando da 80mila a 199mila euro di bolletta; un
salumificio, con 332mila kWh/anno, subirà un aumento del 145,20%, e un
aumento che passerà da 45 a 110mila euro; un panificio, con un consumo
medio di 150mila kwh, subirà un aumento del 145%, passando da quasi
21mila a oltre 51mila; un’azienda meccanica con 1,2 milioni di
kWh/anno subirà un aumento del 138%, passando da 182 a 436. L’aumento
per una della ceramica con 20.790 kWh annui sarà del 128%, passando da
oltre 3mila euro a oltre 8mila; un parrucchiere, con 6.700 kWh/anno,
subirà un aumento del 98%, passando cosi da 1.200 euro a oltre 2.500.
“Questi sono gli esempi, se il livello della borsa elettrica si
manterrà com’è attualmente anche per il 2022 - aggiunge il Segretario
- ecco perché ci aspettiamo un intervento legislativo che vada ben
oltre i 3,8 miliardi messi a disposizione dal Governo”.
“È il momento che tutti i soggetti pubblici, per quanto in loro
potere, intervengano con formule di abbattimento dei costi energetici
– concludono Lai e Serra – si tratta di intervenire in maniera
importante almeno per il 1° trimestre del 2022, soprattutto per quelle
piccole imprese che hanno in questo periodo contratti indicizzati,
oltre a quelle piccole imprese che hanno contrattualizzato tariffe
fisse con attivazione dal mese di settembre/ottobre 2021. Queste sono
quelle che nel primo trimestre 2022 rischiano di dover effettivamente
sospendere l’attività per l’elevato costo materia energia e gas”.