Cagliari, 4 febbraio 2025 – Al Policlinico Duilio Casula di Cagliari, negli ultimi tre anni, sono stati eseguiti circa 800 interventi chirurgici per tumori maligni della mammella, con un trend in aumento che conferma l’urgenza della prevenzione e dello screening precoce. “Disponiamo di un aggiornato Percorso Diagnostico Terapeutico (PDTA) – spiega Massimo Dessena, chirurgo senologo dell’Aou – e oggi possiamo contare su apparecchiature sempre più precise come la tomosintesi, la mammografia con mezzo di contrasto e strumenti che sfruttano l’intelligenza artificiale.”
Il carcinoma mammario rimane il tumore più frequente tra le donne in Italia, con circa 53.686 nuove diagnosi nell’ultimo anno. “Condurre uno stile di vita sano è la prima arma di difesa – sottolinea Dessena – ma lo screening rappresenta uno strumento cruciale per la diagnosi precoce.”
Accanto ai dati sul carcinoma mammario, emergono anche quelli relativi ai tumori della tiroide, con 250-300 nuovi casi annui in Sardegna.
“Presso il Policlinico operiamo circa 300 tiroidi all’anno – spiega Pietro Giorgio Calò, direttore della Chirurgia generale – con grande attenzione ai trattamenti mininvasivi e alla chirurgia robotica, che permettono una ripresa più rapida e benefici estetici per i pazienti.”
Il quadro complessivo dell’oncologia in Italia segnala circa 390mila nuove diagnosi di tumore maligno nel 2024, ma con un trend in graduale riduzione dei decessi. Tuttavia, i dati sardi sulle abitudini di vita destano preoccupazione. “Il 25% della popolazione fuma, il 24% consuma alcol in modo rischioso, il 23% è sedentario e il 40% è obeso – avverte Mario Scartozzi, direttore di Oncologia medica –. Sono percentuali che incidono pesantemente sul rischio di sviluppare tumori.”
Per invertire questa tendenza, gli specialisti sottolineano la necessità di campagne vaccinali contro l’epatite B e l’HPV, fondamentali per prevenire rispettivamente l’epatocarcinoma e il carcinoma della cervice. Inoltre, è prioritario eseguire regolari screening per il carcinoma mammario, il colon-retto e la cervice uterina. “Ogni caso di tumore deve essere affrontato con un approccio multidisciplinare – conclude Scartozzi –. Solo così possiamo individuare la migliore strategia terapeutica e garantire risultati ottimali.”