Con la chiusura del mercato invernale, il bilancio del Cagliari si
presenta come l’ennesima occasione mancata per rafforzare una
squadra in difficoltà. Le speranze di interventi mirati, capaci di
colmare le evidenti lacune della rosa, sono state in gran parte
disattese. Due soli innesti, un prestito secco e un'incognita
proveniente dal Qatar, non rappresentano certo un’inversione di
rotta significativa. Al contrario, la sessione di mercato si è chiusa
con più partenze che arrivi, lasciando aperti numerosi interrogativi
sul futuro della squadra.
L’innesto più significativo è stato quello di Elia Caprile, giovane
portiere arrivato in prestito secco dal Napoli. Se da un lato
garantisce qualità tra i pali, dall’altro si tratta di una soluzione
temporanea, che non risolve il problema strutturale del reparto. A
giugno, infatti, tornerà alla base e il Cagliari si troverà nuovamente
nella necessità di individuare un estremo difensore affidabile.
L’altro arrivo è quello di Florinel Coman, esterno offensivo
proveniente dal campionato qatariota. Un’operazione che lascia
perplessi: la squadra necessitava di una punta centrale per
garantire maggiore incisività in attacco, e invece si è optato per un
giocatore che dovrà ancora dimostrare il proprio valore in Serie A.
Inserire un elemento con poca esperienza in un contesto già fragile
potrebbe rivelarsi un azzardo.
Se in entrata il mercato è stato poco incisivo, in uscita il Cagliari ha
registrato movimenti che, di fatto, hanno indebolito ulteriormente la
rosa. Tra le cessioni più rilevanti troviamo: Scuffet, trasferitosi per ricoprire il ruolo di secondo portiere al
Napoli; Azzi, ceduto alla Cremonese senza un sostituto adeguato; Lapadula, approdato allo Spezia, privando il Cagliari di un
attaccante esperto; Rog, tornato alla Dinamo Zagabria, con il solito interrogativo
sulla sua tenuta fisica; Wieteska, passato al PAOK Salonicco, riducendo le
alternative in difesa.
Di fronte a questa situazione, è lecito chiedersi se il Cagliari esca
da questa sessione di mercato più forte o più debole. La risposta,
purtroppo, appare evidente.
Quale Futuro per il Cagliari?
La squadra, sotto la guida di Davide Nicola, sta cercando di
costruire un’identità e un equilibrio, ma il mancato rafforzamento
della rosa potrebbe rendere questo compito estremamente
complicato. La lotta per la salvezza si preannuncia lunga e difficile,
e il rischio di arrivare all’ultima giornata con il fiato corto è più che
concreto.
Al di là delle dinamiche tecniche, rimane una riflessione più ampia
sulla gestione societaria. Ogni estate i tifosi rinnovano la loro
fiducia, abbonandosi con la speranza che questa volta possa
essere diverso. Ma puntualmente, la realtà si rivela ben lontana
dalle aspettative. È lecito domandarsi se si tratti di pura passione o
di una sorta di sindrome di Stoccolma calcistica, che porta a
ripetere lo stesso errore stagione dopo stagione.
Gli interventi effettuati sembrano dettati più da necessità
momentanee che da una reale strategia di lungo termine. La
squadra lotta, l’allenatore lavora, ma senza i rinforzi giusti il
percorso resta impervio. La speranza è che, nonostante tutto, il
Cagliari riesca a raggiungere la salvezza. Ma la sensazione è che si
sia persa l’ennesima opportunità per costruire un futuro più solido e
ambizioso.