La 70ª edizione dei David di Donatello si appresta a celebrare l'eccellenza del cinema italiano con una cerimonia in programma il 7 maggio 2025 su Rai 1, condotta da Elena Sofia Ricci e Mika. Tra le opere in competizione spiccano Berlinguer - La grande ambizione di Andrea Segre e Parthenope di Paolo Sorrentino, entrambi guidano le nomination con 15 candidature ciascuno. A contendersi il prestigioso riconoscimento figurano anche L’arte della gioia (14 nomination), Vermiglio (14) e Il tempo che ci vuole (6), in un anno che conferma la vitalità della produzione cinematografica nazionale e l’emergere di nuovi talenti registici.
Berlinguer - La grande ambizione, biopic dedicato al segretario del PCI Enrico Berlinguer interpretato da Elio Germano, ha conquistato candidature in tutte le categorie principali, dalla Miglior regia (Andrea Segre) alla Miglior sceneggiatura originale, passando per il Miglior attore protagonista. Il film, prodotto da Rai Cinema, esplora gli ultimi anni di vita del politico, con particolare attenzione alla sua strategia del “compromesso storico” e al rapporto con il terrorismo degli anni di piombo. Parallelamente, Parthenope di Sorrentino – disponibile su Netflix – si distingue per la sua struttura narrativa epica, seguendo la vita di una donna dall’adolescenza alla maturità attraverso i decenni, con Celeste Della Porta candidata come Miglior attrice protagonista.
Le registe Valeria Golino (L’arte della gioia) e Maura Delpero (Vermiglio) irrompono con 14 nomination ciascuna, segnalando un’attenzione crescente verso storie al femminile. L’arte della gioia, adattamento del romanzo di Goliarda Sapienza, segue la vita anticonformista della protagonista Modesta dagli anni ’20 agli ’80, con Tecla Insolia in corsa per il David come attrice protagonista. Vermiglio, incentrato su una comunità di suore in Argentina, combina tematiche spirituali e politiche, ottenendo riconoscimenti anche nelle categorie tecniche come fotografia e montaggio.
La sezione Miglior esordio alla regia include cinque opere, tra cui I bambini di Gaza di Loris Lai e Zamora di Neri Marcorè, entrambi caratterizzati da un approccio documentaristico. Gloria! di Margherita Vicario, musical storico sulle compositrici veneziane del ’700, raccoglie 9 nomination, dimostrando come generi ibridi possano conquistare l’Accademia.
Oltre ai due favoriti, la cinquina per il miglior film include Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini, dramma familiare ambientato nella Roma contemporanea, e Vermiglio, acclamato per la regia asciutta e la performance di Martina Scrinzi. L’arte della gioia completa la selezione, distinguendosi per l’ambizione narrativa e la ricostruzione storica.
La categoria miglior regia premia sia veterani come Sorrentino – alla sua settima candidatura – che esordienti come Maura Delpero. Andrea Segre conferma la sua cifra politicamente impegnata, mentre Valeria Golino sorprende con un adattamento complesso, bilanciando epica individuale e contesto sociale.
Oltre a Germano e Della Porta, spiccano Romana Maggiora Vergano (Il tempo che ci vuole), interprete di una trentenne alle prese con la maternità, e Martina Scrinzi, la cui suora ribelle in Vermiglio incarna la crisi delle istituzioni religiose. Tra gli uomini, Fabrizio Gifuni (Confidenza) e Francesco Gheghi (Familia) rappresentano rispettivamente la maturità artistica e l’emergere di nuovi volti.
Nella cinquina anche Geppi Cucciari come miglior attrice non protagonista (Diamanti) insieme a Tecla Insolia (Familia), Valeria Bruni Tedeschi, (L’arte della gioia), Jasmine Trinca (L’arte della gioia)
Luisa Ranieri (Parthenope).
Parthenope e L’arte della gioia dominano nelle nomination tecniche, con Daria D’Antonio (fotografia) e Dimitri Capuani (scenografia) che trasformano paesaggi storici in personaggi narrativi. Vermiglio* si distingue per l’uso della luce naturale e gli interni claustrofobici, mentre *Berlinguer* ricostruisce con precisione gli ambienti politici degli anni ’70.
Nella categoria Miglior film internazionale, Conclave di Edward Berger e La zona di interesse di Jonathan Glazer affiancano titoli indie come Anora e Giurato numero 2, disponibili su Sky Primafila. Il David Giovani vede in lizza Il ragazzo dai pantaloni rosa, storia di un adolescente gender non-conforming nella provincia italiana, mentre il David dello Spettatore è assegnato a Diamanti di Ferzan Ozpetek, in uscita su Sky il 20 aprile.
Tra le nomination per la miglior colonna sonora IoSonoUnCane al secolo Jacopo Incani, musicista e compositore di Buggerru (Berlinguer - La grande ambizione) in cui spicca il brano di Daniela Pes “I funerali di Enrico”: un pezzo magnifico che descrive bene la partecipazione emotiva, la commozione di un momento in cui migliaia di persone si strinsero insieme per salutare il leader comunista, il senso di perdita e lutto e probabilmente anche quello della fine di un’epoca, la sua fase terminale, incarnata dalle spoglie del politico sassarese.
La cerimonia del 7 maggio non solo premierà i migliori del cinema italiano, ma rifletterà tensioni artistiche e sociali contemporanee. La predominanza di opere come Berlinguer e I bambini di Gaza sottolinea un ritorno al cinema d’impegno, mentre la varietà di generi – dal musical (Gloria!) al thriller (Iddu) – dimostra una vitalità produttiva senza precedenti. Con 24 film candidati e 65 nomination per le sole produzioni Rai Cinema, l’edizione 2025 si configura come un termometro della trasformazione culturale del Paese, tra memoria storica e sguardo sul futuro.