Fondazione Alghero, si torna ciclicamente alla carica: documento senza firma, metadati e sospetti di conflitto d’interessi. È scontro tra Cocco e Cacciotto

Ad Alghero si torna a discutere della Fondazione. Ciclicamente. Ma stavolta il motivo è un documento strategico che sta facendo discutere non tanto per i contenuti — pure contestati — quanto per la sua origine oscura.

Secondo quanto denunciato da Alessandro Cocco, capogruppo di Fratelli d’Italia, il file PDF intitolato “Relazione strategica per il CdA della Fondazione Alghero” sarebbe stato redatto da un computer intestato alla TNatura Events Srl, una società privata con sede a Nuoro, attiva nell’ambito degli eventi sportivi e riconducibile a Sandro Salerno, volto noto del triathlon sardo e già delegato della Federazione Italiana Triathlon.

«Un documento programmatico fasullo, una bozza di avviso pubblico opaca e preoccupante: questi sono i fatti, e restano ancora tutti da chiarire», ha ribadito Cocco nel secondo comunicato diffuso il 12 aprile, a distanza di cinque giorni dalla prima interrogazione presentata al Consiglio comunale.

Già nel primo atto formale, indirizzato all’assessora Ornella Piras, al sindaco Raimondo Cacciotto e alla Presidenza del Consiglio, Cocco chiedeva conto dell’origine del file e del motivo per cui fosse stato redatto da una società potenzialmente beneficiaria degli incarichi che la Fondazione potrebbe gestire. «Se fosse confermato, ci troveremmo di fronte a un conflitto d’interessi gravissimo, che potrebbe configurare anche profili penalmente rilevanti».

In aula, l’11 aprile, il sindaco Cacciotto ha risposto con toni istituzionali, rivendicando la visione della città: «Alghero città dello sport non è uno slogan, ma una vera dichiarazione d’intenti. Il CDA della Fondazione gode della massima fiducia, lavora con onestà e competenza, e sta perseguendo con responsabilità gli indirizzi ricevuti».

Ma la replica di Cocco non si è fatta attendere. E affonda ancora: «Il sindaco, il M5S, persino l’assessore Daga rispondono con slogan, ma tacciono su ciò che davvero conta: chi ha scritto quel documento? È stato commissionato, è stato pagato? E con quale atto?». E ancora: «Il rischio di uso scorretto delle risorse pubbliche è serio. Come abbiamo già detto, ci sono profili che meritano piena luce anche sul piano penale».

Cocco entra anche nel merito della progettualità: «Gli eventi sono gli stessi di sempre, gli stessi che venivano programmati quando guidavamo turismo, cultura ed eventi. La differenza? Meno visione, più confusione. Il Capodanno 5 Stelle ne è il simbolo».

Infine, la chiosa che accende il confronto politico: «Pretendiamo trasparenza e legalità, e a chi tenta di coprire i problemi con qualche post social, ricordiamo che la verità non si nasconde dietro le frasi fatte».

La questione è tutt’altro che chiusa: resta il dubbio sull’origine del documento, sulla sua validità, sul ruolo della Fondazione e sui rapporti tra amministrazione pubblica e soggetti privati. Una vicenda che ha riacceso la miccia di una tensione mai sopita attorno all’ente culturale. E che, come spesso accade ad Alghero, riapre una partita che sembrava archiviata. Ma che, evidentemente, non lo è mai stata davvero.

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