La deroga è stata reintegrata, l’errore materiale corretto, ma il fronte politico resta più che mai acceso. Il regolamento per l’occupazione del suolo pubblico ad Alghero, approvato lo scorso 13 marzo dopo una maratona consiliare di oltre dodici ore, aveva omesso un passaggio chiave: la possibilità di concessione nelle vie strette del centro storico, già previste nel testo del 2016. Una dimenticanza che avrebbe potuto costare caro a numerosi esercenti, e che è stata corretta oggi, con l’approvazione di una modifica all’articolo 8 in consiglio comunale.
Via Minerva, Via Barcellonetta, Vicolo Adami e il tratto di Via Roma tra Carlo Alberto e Maiorca tornano ammesse alle concessioni, grazie alla reintegrazione del passaggio originario. “Abbiamo riportato l’articolo così com’era in origine – ha dichiarato l’assessore al Demanio Enrico Daga – con una precisazione ulteriore, andando a ristabilire le giuste condizioni per quegli operatori economici le cui attività insistono in quella ristretta zona del Centro”.
Il regolamento, da oggi ritenuto definitivo, introduce anche un emendamento proposto dal consigliere Emiliano Piras: in ogni caso dovrà essere mantenuta una fascia libera di almeno due metri per la circolazione pedonale. È l’atto conclusivo di un iter avviato in autunno, accompagnato da incontri con le associazioni di categoria, che ha portato all’approvazione di un impianto normativo più rigido. Le novità principali includono l’eliminazione degli immobili non contigui dal calcolo delle superfici, un nuovo sistema di premialità certificato da un tecnico (con almeno tre dipendenti per i bar e cinque per i ristoranti), e l’estensione delle aree escluse alle scalinate del Lungomare Dante e dei Bastioni Marco Polo.
C’è tempo fino al 20 aprile per presentare domanda di concessione via piattaforma SUAPE, mentre le concessioni permanenti del 2024 vengono prorogate fino al 31 maggio, a condizione che sia stata inviata comunicazione via PEC come previsto dalla determinazione n. 3485 del dicembre scorso.
Ma nonostante l’intervento riparatore, la Lega non ci sta. Il consigliere Michele Pais, che nella seduta del 13 marzo aveva presentato ben 118 emendamenti e chiesto senza successo il rinvio del voto, attacca duramente anche questa fase del procedimento. Secondo l’ex presidente del Consiglio regionale, si sarebbe trattato non solo di un errore, ma di un abuso formale. “Assistiamo all'ennesimo pasticcio di una Giunta e di una maggioranza che, presa dalla fretta, ancora una volta, persiste negli errori”, ha dichiarato. Il problema non riguarderebbe solo il merito del regolamento, ma anche il rispetto delle regole istituzionali: “Sono state violate alcune importanti disposizioni del Regolamento sul funzionamento del Consiglio comunale, in particolare in ordine alla trasmissione e alla comunicazione degli atti ai consiglieri”.
Pais denuncia infatti di non aver ricevuto per tempo gli atti da discutere. “Ho segnalato la mancata trasmissione nel termine regolamentare di 10 giorni con una PEC inviata il 12 aprile al Presidente del Consiglio e al Segretario generale, chiedendo un breve differimento. Richiesta che ho poi reiterato in Aula”.
Secondo il consigliere leghista, l’amministrazione ha scelto “di far valere la forza dei numeri, calpestando diritti e regolamenti”. Una scelta che lo ha portato ad abbandonare l’Aula: “Nel tentativo di risolvere un problema, se ne creano due”. “Dispiace prendere atto che per questa maggioranza il rispetto delle prerogative dei consiglieri comunali di opposizione sia un optional, e che la disponibilità offerta per migliorare le proposte deliberative, in ottica di collaborazione, venga recepita come un fastidio”. “È evidente – conclude Michele Pais – che saremo costretti a far valere i nostri diritti altrove”.
La correzione formale ha dunque riportato il testo in coerenza con la versione 2016, ma il nodo politico resta tutto aperto. La Lega contesta il metodo, la calendarizzazione, la gestione della documentazione, e lascia intendere che la partita, ora, potrebbe spostarsi anche fuori dalle sedi istituzionali.