Arriva un’apertura cauta, ma ferma, dalla Filbi–Uil sulla proposta di legge per il riordino dei Consorzi di bonifica promossa dall’onorevole Emanuele Cera. Una riforma attesa da tempo e giudicata necessaria, purché includa il ripristino delle garanzie occupazionali per il personale avventizio e misure contro il precariato.
«Guardiamo con il dovuto interesse alla proposta di legge di riordino dei Consorzi di bonifica promossa dall’onorevole Cera — dichiarano congiuntamente la segretaria generale Filbi Francesca Torregrossa e il segretario regionale Filbi Sardegna Franco Pani — ricordando che, come Filbi Sardegna, abbiamo da tempo rappresentato la necessità di un riordino complessivo delle norme regionali in materia, ossia di un riordino che non si limiti alla semplice attribuzione di nuove competenze ed al conseguente trasferimento di risorse finanziarie aggiuntive».
La Filbi sottolinea come già nel marzo 2021 avesse presentato una propria proposta organica di riforma al Consiglio Regionale, alle organizzazioni professionali agricole e all’Associazione Nazionale delle Bonifiche. Tuttavia, l’attenzione è ora rivolta alle ricadute occupazionali per i lavoratori, in particolare per gli operai stagionali colpiti dalla legge-quadro del 2023.
«Proprio in ragione delle nuove esigenze espresse dalle comunità locali e dalle imprese ed in considerazione dell’evoluzione del contesto ambientale e climatico, i cui fenomeni estremi rappresentano minacce sempre più gravi per la sicurezza dei cittadini — proseguono Torregrossa e Pani — la Filbi ritiene fondamentale che il riordino debba porre al centro il tema della valorizzazione e della tutela del personale dipendente, a partire dagli operai precari, che hanno subito un drastico peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, con la perdita delle cosiddette garanzie occupazionali».
Infine, i rappresentanti sindacali lanciano un appello chiaro: «Occorre, nell’immediato, il ripristino delle garanzie occupazionali del personale avventizio e, per il prossimo futuro, azioni volte al ricambio generazionale e al graduale superamento del precariato operaio, per garantire la centralità dei servizi offerti dai Consorzi di Bonifica e delle attività svolte dai loro dipendenti».