Un attacco frontale e senza sconti quello mosso da Gianfranco Angioni, referente regionale di USB Sanità e membro dell’esecutivo nazionale del sindacato, all’ARNAS G. Brotzu e all’assessore regionale alla Sanità. Nel comunicato diffuso sabato, Angioni denuncia una situazione ormai al collasso nel polo oncologico regionale e invoca “le dimissioni della Direzione Generale del Brotzu”, definendo il trasferimento delle sale operatorie al San Michele come “un fallimento sanitario”. “La decisione di trasferire le sale operatorie dell’Oncologico al Presidio Ospedaliero San Michele rappresenta una scelta che non solo minaccia l’efficacia delle cure, ma sembra, quasi, un atto premeditato contro il diritto alla salute dei malati di cancro”, dichiara Angioni.
Al centro della denuncia, la delibera n. 506 del 10 aprile 2025 pubblicata dall’ARNAS Brotzu, che disciplina l’organizzazione delle sale operatorie del Businco, ma senza alcuna traccia di un progetto esecutivo né di un cronoprogramma. Un’assenza che, secondo USB Sanità, genera confusione e incertezza per il futuro dei pazienti oncologici sardi. “La proposta dell'assessore di utilizzare strutture prefabbricate si rivela uno slogan irrealizzabile e menzognero, sintomo di una superficialità che non possiamo permetterci”, continua Angioni, definendo “inaccettabili” le modalità con cui si intende procedere ai lavori.
USB punta anche il dito contro la gestione politica della vicenda: “La gestione attuale è distratta, incapace di rispondere alle reali esigenze del sistema sanitario. Gli incontri con una ristretta cerchia sindacale accomodante sono più monitoraggio che reale opposizione”, afferma Angioni, che sottolinea come la salute dei cittadini venga messa in secondo piano rispetto ad altri interessi.
Particolarmente dura la valutazione sul San Michele, indicato come destinazione temporanea dei pazienti: “Un luogo già in difficoltà, con personale ridotto all’osso, che non soddisfa nemmeno i requisiti minimi di sicurezza e accoglienza”, mentre il settimo piano destinato ai pazienti “è carente di attrezzature e servizi basilari”.
Il sospetto, secondo il sindacato, è che si stia assistendo a una progressiva dismissione del Businco, in favore di nuove realtà sanitarie private come l’Istituto Europeo di Oncologia al Mater Olbia. “Ci chiediamo: che ne sarà dei malati sardi? Saranno costretti a migrare verso altre strutture sanitarie, compromettendo il loro diritto fondamentale alla salute?”
L’appello conclusivo di USB Sanità e di Gianfranco Angioni è rivolto direttamente alla presidente della Regione, Alessandra Todde: serve un intervento immediato per fermare un progetto che appare più attento alla spesa del PNRR che ai bisogni dei pazienti. “USB Sanità richiama tutti alla responsabilità e avverte che senza un cambio di rotta, stiamo assistendo a un’ennesima catastrofe sanitaria”.