Il funerale. Di Graziano Mesina. Domani, a Orgosolo. Seppelliranno non solo lui. Ma anche il banditismo dei sequestri di persona a scopo di estorsione. Uno dei reati più odiosi della criminalità sarda. In cui gli ostaggi precipitavano nell'abisso della più estrema malvagità. Le bande di sequestratori hanno infierito sugli ostaggi con una crudeltà inimmaginabile. Molti da quell'inferno non sono mai tornati a casa. E tanti, di quelli che sono tornati, sono rimasti angosciosamente segnati per tutta la vita da quel dramma. La loro essenza umana è stata calpestata, schiacciata e annientata. Dico sempre che la sofferenza di una esperienza di quel genere è come un ergastolo di dolore fisico e mentale. Mentre ai rapitori non sembra lasciare tracce. Escono dal carcere in uno stato di normalità che rappresenta una beffa e una ingiustizia per le loro vittime e le loro famiglie. Nessuno dei fuorilegge si è mai pentito per quella barbarie. Anzi. Annino Mele, di Mamoiada, ha trovato la presunzione, non il riscatto, di inventarsi scrittore. Dopo 25 anni di detenzione, condanne per due omicidi e un secolo circa di pene per tre sequestri e tanto altro. Lamentando nei suoi racconti il "non corretto" vivere negli istituti penali dello Stato. Scordandosi delle miserabili e infami prigioni imposte alle sue vittime. Questi personaggi, Mesina compreso, hanno messo in ginocchio la Sardegna per trent'anni. Graziano è stata una figura diversa da tutte le altre. Per la sua audacia. Che tanto vale nella Società del malessere descritta da Peppino Fiori. Con il funerale di Mesina si chiuderà l'epoca tragica del vecchio banditismo. Mentre la criminalità opera con nuove forme spregevoli. Quali il traffico di droga (che ha contaminato pure Mesina) e gli assalti stradali ai furgoni portavalori. Senza più personaggi da mitizzare. E intanto si scopre che cellule mafiose si stanno insediando in Sardegna. Dalla Campania, dalla Calabria e via dicendo. Un orizzonte cupo. Mario Guerrini.