Quella notte del luglio 1992. A Orgosolo. A casa di Graziano Mesina. Per trattare con lui l'anteprima per la Rai della notizia della liberazione del piccolo Farouk Kassam. Una verità negata. Fui incaricato di quella missione dal Capo Redattore Tg 3 di Cagliari, Romano Cannas. Redazione a cui non appartenevo. Perché ero inviato speciale centrale a disposizione delle redazioni romane. Fui scelto semplicemente perché con Graziano avevo ottimi rapporti personali. Lui fu molto cordiale e rispettoso del mio ruolo. Acconsentì ad allertarci in esclusiva, permettendo alla RAI di "bruciare" canale 5. Gli chiesi cosa volesse in cambio. Non denaro, mi chiari' subito. Aveva bisogno di un posto di lavoro. Per poter rientrare in Sardegna e stare vicino alla anziana madre, gravemente ammalata. Gli dissi che avrei fatto il possibile. Rientrato a Cagliari ne parlai con Gianni Onorato, imprenditore. Che si disse disposto ad assumerlo come guardiano nel suo cantiere navale. Al porto di Cagliari. Mesina - quando glielo comunicai - ne fu felicissimo. E mi disse: "il datore di lavoro deve essere incensurato!". Cosa che gli confermai. Il 10 luglio Graziano mi chiamo' per invitarmi a pranzo a Orgosolo. Per il giorno dopo. Era chiaro che aveva qualcosa da comunicarmi a voce. E non per telefono. Nella trattoria c'erano anche altri giornalisti. Graziano mi confidò che il Bambino sarebbe stato liberato la sera stessa. Rientrai a Cagliari. Immediatamente. La sera, nella sede RAI eravamo tutti pronti per lanciare la notizia della liberazione di Farouk Kassam, prigioniero dei sequestratori da circa sei mesi. Al piccolo (7 anni) gli era stato perfino tagliato un lembo dell'orecchio. Intorno alle 22,10 Graziano ci avviso', attraverso il numero telefonico diretto della redazione di Cagliari, 070-652813. Ricordo ancora la segretaria, Rosangela, che, trafelata, mi chiamò: "corri, c'è Graziano Mesina al telefono". Lui mi disse laconicamente: "è libero". E così partirono i collegamenti diretti Tv. Con Pino Scaccia, inviato del TG1, che seguiva il caso da Porto Cervo, davanti alla villa dei Kassam. Io in collegamento da Cagliari per il TG 1, insieme con il collega Ottavio Olita, per il TG 2. Questo è il retroscena di quella vicenda. Un retroscena che ho raccontato nel mio libro "Banditismo. I segreti di un reporter televisivo". È la storia reale, una piccola parte, di quella serata che incollo' alla TV milioni di spettatori. È una verità nascosta dalle versioni ufficiali. Anche perché la mia missione con Mesina era "segreta", cioè assolutamente riservata. Non me ne faccio alcun vanto. Ma è la verità, la semplice verità. Che credo sia giusto, storicamente, ricordare. Io ho semplicemente fatto il mio lavoro. Per conto della mia azienda. Senza enfasi alcuna. Che i testimoni non potranno che confermare. Mario Guerrini.