Il sacco di Cagliari. Capoluogo della Regione Sardegna. Una città stravolta da una cantilena di cantieri. Che suonano una musica ossessiva per i cittadini. Tutti i quartieri sottosopra. Sferzati da problemi di traffico, diventato convulso, e circolazione stradale impazzita. Frutto delle smanie di un sindaco (Truzzu, FdI) che voleva esprimere il piglio della operatività per mostrarsi come un modello per la guida della Regione. Fallita. Proprio perché punito dai cagliaritani che non hanno gradito il selvaggio attacco alla identità storica della città. Il traffico è oggi una vera tortura. Alimentata dalla forsennata esasperazione di una ricerca della mobilità sostenibile secondo una filosofia inattuabile in una città multicollinare, calda e ventosa, come Cagliari. Il cui cardine è la lotta alle auto. Restringimento delle corsie stradali, soppressione di una infinità di stalli per le macchine e una rivoluzione cervellotica delle direttrici di marcia. Come l'istituzione del senso unico in viale Marconi. Che ha reso una snervante e pericolosa avventura entrare e uscire dal capoluogo. Soprattutto dai distretti operativi della cintura. Quali sono le cittadine di Quartu, Selargius, Quartucciu e Monserrato. L'asse mediano di scorrimento esplode per frequenza di incidenti. E di questa nevrosi di circolazione urbana soffrono soprattutto i commercianti. Perché lo shopping, con l'assottigliarsi dei parcheggi, limita gli spostamenti degli automobilisti-clienti. Si tratta, purtroppo, di disagi di lunga durata. Anni ed anni di travaglio. Un "fine pena mai", se le cose andranno avanti di questo passo. La "metro di superficie", ovvero il ritorno del tram, sarà, come sanatoria, probabilmente solo una pia illusione. Mario Guerrini.