Una fotografia nitida, basata su dati e testimonianze dirette, quella emersa dal progetto “Neanche con un fiore”, promosso dalla Polizia Locale di Sassari nelle scuole superiori cittadine per sensibilizzare i giovani sulla violenza contro le donne. Il percorso si è concluso con una giornata densa di significato: undici istituti si sono alternati in performance artistiche, offrendo rappresentazioni autentiche della percezione della violenza di genere e degli strumenti di contrasto. Al centro dell’incontro, anche la presentazione dei risultati di un questionario online che ha coinvolto 590 tra ragazze e ragazzi dai 14 ai 18 anni.
L’indagine, composta da 22 domande, è stata ideata dal personale della Polizia Locale con l’obiettivo di analizzare la percezione della violenza di genere e il livello di consapevolezza tra gli adolescenti. I risultati sono chiari: i giovani riconoscono nella violenza fisica, psicologica e verbale la forma più diffusa di abuso contro le donne (40,6%), seguita da categorie non specificate (13,5%) e da violenze riconosciute come motivate dal genere (10,9%). Solo l’8% identifica esclusivamente la violenza fisica, mentre il 6% dichiara di non avere una risposta.
Il progetto ha inoltre rilevato che l’età gioca un ruolo decisivo nella comprensione della punibilità degli atti violenti: con l’aumentare dell’età cresce la consapevolezza delle conseguenze legali, e le ragazze, più dei coetanei maschi, mostrano maggiore sicurezza nel riconoscere la gravità giuridica di questi comportamenti. Una significativa porzione dei più giovani (14-15 anni) ha risposto “non so”, segno di una necessità di approfondimento sul piano educativo.
Tra le fonti di informazione, spiccano la scuola (27,2%) e i social media (25,7%), a pari passo con i notiziari (25,6%). La famiglia (14,1%) e gli amici (7,4%) appaiono invece più marginali nel veicolare contenuti educativi su questi temi. Dato, quest’ultimo, che sollecita una riflessione sul ruolo degli adulti nel dialogo quotidiano con i ragazzi.
Alla mattinata ha partecipato anche il sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia. Il progetto ha coinvolto tredici istituti superiori e oltre mille studenti. Oltre alla restituzione dei dati, la giornata ha confermato l’importanza dell’educazione alla legalità, del rispetto e della conoscenza dei diritti come strumenti fondamentali per prevenire la violenza.
La conclusione, dunque, non è affidata a slogan né a frasi retoriche, ma al lavoro sul campo: un percorso educativo concreto, costruito con rigore metodologico e capacità di ascolto, per formare cittadini consapevoli, liberi da stereotipi e violenza.