Alghero, 13 settembre 2024 – In un clima di celebrazione e toni entusiastici, il Comune di Alghero ha inaugurato una nuova ala destinata ai contribuenti presso gli uffici della Secal, l'ente di riscossione locale. Spazi più ampi, comodi, con una sala d’attesa finalmente all’altezza delle aspettative: è questo il nuovo corso che l’assessore alle Finanze Enrico Daga ha voluto imprimere, all’insegna di un'umanità ritrovata nel rapporto con i cittadini.
Daga non ha esitato a descrivere l’intervento come un cambiamento radicale rispetto al passato, quando le persone erano costrette ad aspettare sotto il sole, tra polvere e sterpaglie, in condizioni poco dignitose. Ora, si parla di "accoglienza" e "razionalizzazione", di un ambiente più vicino alle necessità dei contribuenti, che possono finalmente attendere in una sala confortevole.
Si festeggia anche la fine delle code sotto il sole, come se fosse un risultato straordinario.
E qui sorge la domanda: davvero questa riorganizzazione degli spazi fisici merita tanto clamore? D’accordo, l’azione è sicuramente positiva, ma si sta forse calcando la mano sull'aspetto "umanitario". Quello che sembra mancare, nella retorica istituzionale, è la presa d'atto che fornire condizioni di attesa dignitose non è un favore concesso ai cittadini, ma un dovere basilare di ogni ente pubblico.
Parlare di "umanità" per descrivere un intervento che dovrebbe essere la norma può sembrare eccessivo.
C’è poi la questione delle decisioni pregresse, un tema che Daga ha voluto sottolineare: "Siamo consapevoli che la situazione attuale è figlia di scelte passate", ha dichiarato. Tuttavia, i cittadini potrebbero chiedersi se questa presa di distanza sia davvero necessaria o se sia solo un modo per diluire le responsabilità politiche di chi oggi è chiamato a risolvere un problema che si trascina da tempo.
La novità, va detto, non si limita agli spazi fisici: l'introduzione dello sportello virtuale Linkmate offre la possibilità di gestire le proprie posizioni contributive online, evitando di recarsi personalmente agli uffici. È un passo avanti verso la digitalizzazione, anche se resta da vedere quanto efficacemente sarà utilizzato e quanto accessibile sarà per tutti i contribuenti.
In conclusione, ben venga l’accoglienza più comoda, ben venga la digitalizzazione, ma festeggiare un tale intervento come una svolta umanitaria sembra un po' fuori misura. Forse sarebbe più opportuno riflettere su come migliorare il sistema in modo sistematico e duraturo, piuttosto che sottolineare l’ovvio: che tutti, nei servizi pubblici, meritano un trattamento dignitoso.