La riorganizzazione della rete scolastica in Sardegna, imposta dal Governo centrale, accende un nuovo fronte di dibattito, e questa volta le divisioni partitiche sembrano lasciare il passo a una consapevolezza condivisa: difendere la scuola isolana è una necessità che va oltre i colori politici. Lo ribadisce con forza Alberto Bamonti, consigliere comunale di Alghero, in un comunicato che mette al centro il destino delle generazioni future e del territorio.
“La difesa della scuola isolana non può e non deve essere strumentalizzata politicamente: è una battaglia che riguarda tutti noi, a prescindere dai colori di partito”, dichiara Bamonti, evidenziando come la questione scolastica tocchi le radici stesse del tessuto sociale e culturale sardo.
Le preoccupazioni non sono nuove.
Bamonti richiama il caso dell'accorpamento tra il Polo Professionale e l’Istituto Roth ad Alghero, un’operazione che già in passato aveva suscitato forti perplessità. “Quelle preoccupazioni si amplificano dinanzi a un progetto che, nei prossimi anni, rischia di compromettere gravemente il futuro delle nostre generazioni e del nostro territorio”, avverte.
Il punto è la perdita delle autonomie amministrative, un pericolo che potrebbe portare al depotenziamento di istituti scolastici d’eccellenza come l’Istituto Agrario di Santa Maria La Palma. “È un chiaro esempio delle conseguenze negative di tali accorpamenti: un sacrificio che ha penalizzato un’eccellenza educativa e territoriale”, sottolinea.
Le critiche al piano governativo sono nette. “Si basa su proiezioni stimate che non tengono conto delle specificità della Sardegna, finendo per penalizzarla gravemente”, afferma Bamonti, accusando il progetto di ignorare la peculiarità geografica e demografica dell’isola.
In questo contesto, il consigliere elogia l’intervento deciso della Giunta regionale guidata da Alessandra Todde: “Un’azione non solo opportuna, ma fondamentale per affermare il rispetto di un principio costituzionale essenziale: garantire pari opportunità educative e tutelare la peculiarità del nostro sistema scolastico.” Il consigliere conclude con un appello chiaro: “La Sardegna merita una scuola che valorizzi i suoi territori, le sue specificità e il futuro dei suoi giovani. Questa battaglia non può essere persa.”
Un messaggio che si inserisce in un dibattito più ampio, destinato a infiammarsi nei prossimi mesi, ma che porta con sé un’urgenza ineludibile: garantire che la scuola sarda rimanga un pilastro per le generazioni future, evitando che scelte calate dall’alto possano comprometterne irrimediabilmente il futuro.