La governatrice Alessandra Todde non usa mezzi termini. "Siamo di fronte a un tentativo di stravolgere l’essenza stessa del governo regionale, modificando il risultato elettorale e il voto espresso dai cittadini sardi." Così ha esordito oggi davanti al Consiglio regionale in seduta statutaria, convocata per affrontare la spinosa vicenda dell’ordinanza del collegio di garanzia elettorale che, un mese fa, ha sancito la sua decadenza dalla carica di presidente della Regione.
Una questione che ha acceso il dibattito politico in Sardegna e che, come ha sottolineato la Todde, "non è una scelta di forma, ma di sostanza. Riferire in Consiglio è un dovere, perché questa vicenda coinvolge direttamente gli organi di governo della Regione e la nostra autonomia speciale."
Il tono della governatrice è fermo: la battaglia non si ferma qui.
L’ordinanza del collegio, contestata dalla maggioranza, ha scatenato una guerra legale e istituzionale con conseguenze ancora da definire. Mentre la Todde rivendica la legittimità del voto che ha portato la sua giunta al potere meno di un anno fa, l’opposizione osserva da vicino, pronta a capitalizzare ogni errore.
Nel suo intervento, la governatrice ha voluto ribadire che "non si tratta solo di difendere la mia posizione personale, ma di preservare l’integrità del mandato popolare che questa maggioranza rappresenta." Sul futuro della Regione incombe ora il rischio di un possibile commissariamento o di un ritorno anticipato alle urne, scenari che la Todde e il suo esecutivo vogliono evitare a ogni costo.
Le prossime settimane saranno decisive. Sul tavolo, oltre al ricorso già presentato, resta aperto il confronto con i gruppi consiliari e con i vertici dello Stato. "Non sarà facile, ma nemmeno siamo disposti ad arrenderci," ha concluso la governatrice, mentre i consiglieri attendevano di conoscere gli sviluppi del dibattito che potrebbe ridisegnare gli equilibri del potere in Sardegna.