Alghero: la commissione speciale sul treno a idrogeno si blocca prima di partire. Il progetto resta al centro dello scontro politico

  Il progetto del treno a idrogeno tra Alghero centro e l’aeroporto, con un impianto di produzione di idrogeno integrato, continua a essere terreno di tensione politica e sociale. La Commissione Consiliare Speciale, convocata per oggi dal presidente del Consiglio Comunale Mimmo Pirisi, è stata annullata.

  La mancata convocazione è il sintomo evidente di un progetto che divide profondamente. In gioco ci sono 240 milioni di euro e la possibilità di rilanciare il territorio attraverso un’infrastruttura che potrebbe generare lavoro e sviluppo economico. Tuttavia, a frenare la corsa sono le proteste dei comitati locali, delle associazioni ambientaliste e del Partito Democratico, che chiedono una revisione del progetto per evitarne l’impatto negativo sul territorio. Non è un caso che la sala conferenze del Quarter, durante l’ultimo incontro pubblico organizzato dall’Associazione Maestrale, fosse gremita di cittadini che spingevano per una rimodulazione dell’opera. 

  Ma se il PD e i comitati locali marciano compatti, lo stesso non si può dire del consiglio comunale. La frattura è evidente. Da un lato, il sindaco Raimondo Cacciotto e una parte della maggioranza, tra cui Alleanza Verdi Sinistra, Futuro Comune, Città Viva e Noi con Alghero, sostengono il progetto nella sua forma attuale, ritenendo che le opportunità economiche siano troppo importanti per essere messe in discussione. Dall’altro, il PD insiste su una revisione del progetto e su un tavolo di confronto tra Comune, Regione e Stato. La battaglia non riguarda solo i contenuti, ma anche la forma: chi deve guidare la commissione? La proposta di affidarne la presidenza a Luca Madau del PD ha trovato l’opposizione di parte della stessa maggioranza, con altri consiglieri come Giampietro Moro ed Emiliano Piras che vengono suggeriti per assumerne il comando. 

  Proprio Giampietro Moro, interpellato, ha dichiarato di non essersi espresso né a favore né contro il progetto, ma di ritenere necessario un approfondimento serio e strutturato. “Se dovessi essere nominato presidente, il mio compito sarebbe quello di interpellare gli enti preposti e valutare ogni aspetto con la massima trasparenza.” Ma qui, aggiungiamo noi, emerge la domanda centrale: come si gestisce il progresso se alcuni settori della popolazione sono contrari e altri, forse più numerosi, vedono nel progetto un’opportunità? Il caso del treno a idrogeno solleva una questione di fondo: quale vocazione vuole darsi il territorio? Alghero può restare ancorata a una dimensione agricola di tutto rispetto, oppure deve abbracciare un futuro turistico e tecnologico, consapevole che ogni scelta implica dei sacrifici? 

  La commissione non è partita, e questo blocco rappresenta un duro colpo non solo per il progetto, ma per la stessa credibilità della politica locale. La Regione, dal canto suo, ha concesso all’ARST una proroga fino al 10 luglio per fornire i chiarimenti richiesti. Ma cosa accadrà se entro quella data non si troverà una soluzione condivisa? Il rischio è quello di perdere i finanziamenti e, con essi, un’occasione per ridefinire il futuro di Alghero. Resta aperta una domanda: come si possono attrarre investimenti e sviluppare infrastrutture moderne se ogni progetto viene arenato da divisioni interne e resistenze? Tocca ai politici rispondere senza annullare commissioni speciali per la scelta del presidente. Scelta che a seconda dell'evoluzione del progetto, che si realizzi o meno, potrebbe, anche in una futura tornata elettorale, far perdere consensi a chi ha aderito o meno. Come sempre ai posteri l'ardua sentenza ma il tempo stringe e bisogna, per forza di cose, decidere.

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