L’amore, nel suo significato più antico e profondo, si intreccia con il mito per svelare storie che affondano le radici nelle civiltà primordiali, dove il divino e il terreno si mescolavano in un unico respiro. È in questo contesto che si inserisce il gradito ritorno di Neria De Giovanni all’Università della Terza Età di Bosa, venerdì 14 febbraio, per una lectio dedicata al tema dell’amore mitologico e alla figura enigmatica di Europa, la dea che ha dato il nome al nostro continente. Una scelta che non è casuale: nel giorno di San Valentino, il mito diviene lente privilegiata attraverso cui indagare le passioni che plasmano la storia umana.
La vicenda di Europa, come narrata da Omero, Ovidio e successivamente reinterpretata da autrici contemporanee come Christa Wolf e Marguerite Yourcenar, non è solo un’eco di un passato remoto, ma un archetipo che risuona nel presente. Nel mito, Europa è rapita da Zeus, trasformatosi in toro, e condotta verso Creta, in un atto tradizionalmente letto come violenza o sopraffazione. Ma Neria De Giovanni, nel suo ultimo libro "Europa, una dea, un continente" (Nemapress 2024), propone una lettura inedita e sovversiva: e se non fosse stato un ratto, ma una fuga volontaria?
Se Europa avesse scelto consapevolmente di salire sulla groppa del toro per esplorare nuovi orizzonti?
Questo ribaltamento interpretativo porta ad un’esplorazione filosofica e storica della condizione femminile nel mito. Europa, figura che ha attraversato i secoli dipingendosi ora come vittima ora come pioniera, diviene emblema di un desiderio di scoperta che trascende i confini geografici per toccare quelli dell’identità.
Neria De Giovanni chiede al pubblico di andare oltre la lettura letterale: “Può il mito essere riletto non come memoria del dominio maschile, ma come simbolo della libertà femminile nascosta sotto le pieghe della leggenda?”
La narrazione non si limita alla sola figura di Europa, ma si estende a un pantheon di figure femminili che popolano la mitologia classica: la ninfa Io, che diede il nome al Mar Ionio dopo essere stata trasformata in giovenca; Medea, la maga tradita e vendicativa che infrange ogni stereotipo di passività; Proserpina, divisa tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Ognuna di loro rappresenta una sfumatura diversa del rapporto tra amore e potere, seduzione e coercizione.
E su tutte, aleggia la figura di Zeus, il padre degli dèi, il cui appetito sessuale, spesso rapace, funge da motore degli eventi.
Ma non è solo il mito classico a essere convocato: De Giovanni intreccia le antiche narrazioni con la letteratura contemporanea, mostrando come la rilettura del mito sia un processo in continua evoluzione, capace di adattarsi ai cambiamenti culturali e sociali. Il mito, dunque, non un semplice racconto del passato, ma un prisma che riflette le tensioni e le aspirazioni del presente.
A rendere il volume di Neria De Giovanni ancora più prezioso è la sezione dedicata all’iconografia del mito. Il “ratto di Europa” è stato immortalato dai più grandi artisti della storia, da Tiziano a Rembrandt, da Guido Reni a Gustave Moreau, ognuno dei quali ha offerto una propria interpretazione visiva della scena. Le immagini, inserite nel libro, accompagnano il lettore in un viaggio che non è solo testuale, ma visivo, permettendo di confrontare le varie rappresentazioni dell’evento e le diverse sensibilità che le hanno ispirate.
Allo stesso modo, i brani selezionati dalla letteratura classica – Omero, Ovidio, Orazio, Mosco – non sono meri orpelli, ma pilastri su cui si fonda la narrazione, dimostrando come il mito di Europa sia stato un crocevia letterario per secoli, capace di ispirare poeti e filosofi, artisti e pensatori.
L’appuntamento di Bosa non sarà solo un’occasione per ascoltare la ricostruzione del mito, ma anche per riflettere sul significato che esso può assumere oggi. Se Europa rappresenta il viaggio verso l’ignoto, cosa significa oggi “essere europei”? Quali sono i confini che ancora dobbiamo attraversare, e quali le frontiere che ci impediscono di avanzare? Il mito non offre risposte definitive, ma domande. E forse è proprio in questo che risiede la sua eterna attualità: nel ricordarci che, come Europa sulla groppa del toro, anche noi siamo sempre in viaggio, alla ricerca di un significato che ci sfugge e ci chiama.
L’incontro con Neria De Giovanni si terrà venerdì 14 febbraio, alle ore 17, presso la sede dell’Università della Terza Età in via Azuni 9. Un’occasione imperdibile per esplorare i segreti del mito e le sue implicazioni nella cultura contemporanea, guidati da una delle voci più autorevoli della critica letteraria italiana.