IL MIO OSSERVATORIO (5785). Il buon Comunardo. Comunardo Niccolai. Toscano di Pistoia. È stato per anni il pilastro della difesa del Cagliari scudetto. Ha salutato questo mondo. Andando verso un altro in cui gli autogol, tipici di tutti i difensori, non esistono. Ingiustamente ricordato per quello. Per un paio di deviazioni accidentali finite alle spalle di Albertosi. Risultate peraltro ininfluenti. Proprio oggi in cui l'Europeo è invece deciso proprio dagli autogol. E dagli errori clamorosi pure di celebratissimi campioni. Ma lui è stato uno degli esempi più concreti della forza difensiva di quel Cagliari. Che ha scritto una delle più belle pagine della storia del calcio italiano. Quel calcio oggi privo di personaggi di qualità e schietti come lui. Quel calcio che ha menti che parlano di giganti ed eroi che sono soltanto fantasmi immaginari. Comunardo fu un grande tra i grandi. Semplici giocatori di altri tempi. Di un calcio bellissimo. Senza tatuaggi. Che oggi non c'è più. Ciao, caro Comunardo. Mario Guerrini.