Nel vasto e complesso arazzo della guerra tra Russia e Ucraina, la regione di Kursk si presenta come un teatro di scontri dove il destino di nazioni e l'eco delle battaglie risuonano con una forza che trascende il mero conflitto territoriale. Il Ministero della Difesa di Mosca, con un bollettino che suona quasi come un proclama di vittoria, annuncia un'offensiva russa "in tutte le direzioni" volta a respingere l'avanzata ucraina, proclamando di aver liberato 800 chilometri quadrati, che rappresentano oltre il 60% del territorio precedentemente occupato.
Le perdite e le vittorie: Si parla di un nemico ucraino che subisce perdite significative, costretto a ritirarsi malgrado l'arrivo di nuove riserve. Quattro villaggi - Aleksandriya, Leonidovo, Russkoye Porechnoye e Kruglenkoye - sono stati dichiarati liberati nelle prime due settimane di gennaio, segnando una mappa di conquiste e di sconfitte. Le perdite ucraine, secondo il bollettino, ammontano a 5.600 soldati dall'inizio dell'anno, portando il totale a oltre 52.000 dalla loro invasione dell'agosto scorso.
L'ombra della Corea del Nord:
Qui si inserisce un capitolo oscuro e inquietante: la presenza di un contingente nordcoreano nell'Oblast di Kursk. L'Institute of War traccia un quadro desolante, dove si prevede che, continuando a subire perdite al ritmo attuale, l'intero contingente nordcoreano di circa 12.000 anime potrebbe essere annientato o ferito entro la metà di aprile 2025. Zelensky, in un discorso che risuona come un lamento funebre, ha già annunciato 3.800 vittime nordcoreane a inizio gennaio. Il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, ha parlato di scontri su piccola scala, mentre i milblogger russi raccontano di un coinvolgimento più massiccio, con una media di 92 vittime al giorno dal dicembre 2024. Il National Intelligence Service sudcoreano fornisce numeri che confermano questa carneficina, con 300 morti e 2.700 feriti.
La danza della guerra: La guerra procede con un ritmo cadenzato, dove ogni avanzata e ritirata è una nota in una sinfonia di distruzione. Le forze ucraine, mostrando una resistenza che si potrebbe dire stoica, hanno recentemente avanzato nel loro saliente principale, come confermano i filmati geolocalizzati. Tuttavia, le affermazioni russe di avanzate a Makhnovka restano senza conferma. La presenza di diverse unità russe, tra cui la 155a brigata di fanteria navale, il gruppo ceceno Akhmat "Pressa", e varie unità di droni, dipinge un quadro di una guerra che non conosce sosta, dove ogni villaggio, ogni strada, diventa un campo di battaglia.
Una guerra di ombre e numeri: Le forze nordcoreane, usate come carne da cannone, mostrano il lato più oscuro dell'alleanza tra Russia e Corea del Nord, mentre l'Ucraina cerca di mantenere il suo saliente, consapevole che ogni giorno, ogni ora, può cambiare il corso della storia in questa regione martoriata. La geopolitica qui si manifesta con la crudeltà della guerra, dove ogni avanzamento, ogni ritiro, è un capitolo di una tragedia che sembra non avere fine.