Un nuovo piano energetico per affrontare la situazione di estrema difficoltà che colpisce i Consorzi di bonifica e rischia di aggravare gli oneri a carico degli agricoltori o, peggio, di minare bilanci virtuosi.
Lo chiede con forza Anbi Sardegna, facendo presente che solo negli ultimi dieci anni dal bilancio regionale sono stati spesi circa 130 milioni di euro per i ristori dei costi di energia utilizzata per l’irrigazione.
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L’argomento sarà al centro del meeting “Caro Energia – Quale futuro per i Consorzi di bonifica della Sardegna”, organizzato da Anbi Sardegna al T Hotel di Cagliari, martedì 26 luglio con inizio alle 10.
Interverranno, tra gli altri, gli assessori regionali all’Agricoltura Gabriella Murgia e alla Programmazione Giuseppe Fasolino, il presidente della V Commissione regionale Piero Maieli, il direttore generale di Anbi Massimo Gargano, Gianni Ibba direttore del servizio territorio rurale, agro-ambientale e infrastrutturale dell’assessorato regionale all’Agricoltura, Luca Saba direttore regionale di Coldiretti e Massimo Temussi, direttore centro regionale di Programmazione. Modererà il dibattito il presidente di Anbi Sardegna, Gavino Zirattu.
E’ forte la preoccupazione dei Consorzi di bonifica di fronte agli esagerati aumenti dei costi energetici. Perché gli incrementi delle bollette si traducono in maggiori costi a carico dei consorziati, vanificando anni di impegno nel mantenere inalterati i contributi grazie ad una costante ricerca della massima efficienza.
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I Consorzi non possono certo fare economia sul funzionamento dei loro impianti dai quali dipende la sicurezza idraulica del territorio, ma vogliono tagliare le spese per i consumi dell’energia elettrica, nel segno della sostenibilità.
Sfruttare il “serbatoio verde” dei corsi d'acqua, in grado di produrre Kilowatt grazie agli impianti idroelettrici, ma anche il sole con il fotovoltaico e il vento con l’eolico: è questa la strada da tracciare. , incalza Zirattu, riferendosi all’attuale quadro normativo assolutamente da modificare, perché nel corso degli ultimi quindici anni in Sardegna ha determinato un radicale disconoscimento del ruolo dei Consorzi di bonifica, amputandone le competenze e espropriandoli di ruoli e funzioni. La Legge regionale n. 6 del 2008, in particolare, tra le altre cose, non consente al sistema dei Consorzi, unici enti realmente presenti e operativi sul territorio, la produzione di energia da fonti rinnovabili.