Boom di vendite per il dolce natalizio. 50milioni di pezzi
in tutta Italia e nell’Isola si sperimentano i mille gusti del
prodotto artigiano. Rau (Confartigianato Alimentazione Sardegna):
“Rincari contenuti nonostante il boom del costo delle materie prime.
Comprate prodotti sardi nelle botteghe e rivendite dei vostri paesi”.
Il decalogo dei pasticceri di Confartigianato Sardegna per sapere se è
un prodotto veramente artigianale.
Classico o senza uva passa e canditi, con crema zabaione, glassa o
cioccolato, vegan o light; e ancora per i palati sardi ci sono quelli
al carciofo spinoso, alla pompia, alla vernaccia, allo gioddu, al
mirto, alle mele cotogne, all’abbardente, all’arancia o al mandarino.
Non dimenticando quelli che vincono premi in tutto il Mondo, che
stregano perfino le popolazioni cinesi, che hanno la certificazione
Kosher per i consumatori di fede ebraica, che fanno bella mostra di se
sulla 5° strada di New York o che vengono donati agli ospiti dei mega
grattacieli a Dubai.
Anche in Sardegna, qualunque sia il palato, il panettone artigianale
rimane sempre un must del periodo natalizio. Una ricerca realizzata da
Nielsen per la società Csm Bakery, dice come questo batta quello
industriale. La versione artigianale del noto dolce popolare
rappresenta il 52% del valore complessivo del comparto. In Italia,
secondo le previsioni l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese
Sardegna, se ne venderanno oltre 50mlioni di pezzi (oltre 26mila
tonnellate) per oltre 195milioni di euro, nonostante il post covid e
la crisi energetica ed economica, con un boom di crescita del 19,5%
rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
“Da qualche tempo, sempre più consumatori impazziscono per il
panettone artigianale – commenta Marco Rau, Delegato di
Confartigianato Sardegna per l’alimentare - non solo in Sardegna o nel
resto dell’Italia ma anche nel resto del Mondo come per esempio negli
Stati Uniti dove è diventato una vera e propria “ossessione”, con
fornai e pasticceri italiani a darsi battaglia per avvicinarsi ai
“gusti perfetti” per soddisfare ogni tipo di palato. Quindi, un
business interessante anche per le piccole imprese alimentari della
Sardegna. L’invito è quello di comprarlo nelle botteghe e rivendite
che trattano prodotti artigianali locali”.
“E’ un dolce che
rappresenta l’orgoglio dell’artigianato alimentare sardo e italiano –
continua Rau - perché grazie all’ingegno, alla passione e alla voglia
di intraprendere e di investire, nonostante il rincaro delle materie
prime e dell’energia, il settore non si arrende e ha sempre lo sguardo
proiettato al futuro. E’ la tradizione che si tramanda, la cui
tipicità e unicità viene sempre più ricercata dagli utenti finali”.
Sulla produzione e vendita dei panettoni, pandori e di tutti gli altri
dolci tipici di Natale, ha però fortemente pesato sia l’energia, sia
l’inflazione sui prodotti che vengono utilizzati per la lavorazione di
pane e paste.
Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, che
ha rielaborato il risultato di una indagine UnionCamere, gli ultimi
dati dicono che la farina è aumentata del 33,8% tra ottobre-novembre
2021 e ottobre-novembre di quest’anno, l’olio EVO è cresciuto del 29%,
quello d’oliva del 43,6%, quello di semi vari 16,6%, il burro del
23,5% e lo zucchero del 19,4%.
“Nonostante tutto questo, l’aumento del costo medio di questi dolci
artigianali è stato solo del 7% – continua Rau – i clienti sanno bene
che da almeno 5-6 anni i nostri prezzi sono, praticamente, invariati e
che ci siamo autotassati e abbiamo fatto sacrifici in questo
lunghissimo periodo. Però non si può andare avanti con questa
situazione di continua penalizzazione del settore”.
Per questo la
categoria vuole fare un’operazione verità per fare capire alla
clientela che sono le stesse imprese a essere danneggiate da questa
situazione di rincari che sta portando queste attività ad avere
l’acqua alla gola. “Il problema è che mentre gli aumenti imposti dai
nostri fornitori dobbiamo subirli in silenzio – rimarca il delegato
regionale per l’alimentazione - per noi è molto più difficile farli
digerire ai consumatori, avendo il contatto diretto col pubblico”
Le produzioni artigianali sperimentano un trend di grande crescita
(oltre il 14% l’anno) a discapito di quelle industriali. Mentre
l’export di panettoni e pandori italiani vale circa 500 milioni di
euro. Un mercato che solo nell’ultimo anno è cresciuto a doppia cifra
percentuale, ben al di sopra della media dell’export globale, che pure
ha registrato incrementi significativi (+8%).
“Se si fa presto a dire, e soprattutto, a scrivere “artigianale” sulle
decine, o centinaia, di tipi di panettoni messi in questo periodo a
disposizione in panifici, pasticcerie ed esercizi commerciali –
sottolinea Rau - più difficile è dimostrare la loro “genuinità
artigiana”. “Da questo punto di vista noi, come Associazione di
Categoria – rimarca il Delegato per l’Alimentare - stiamo lavorando
perché si arrivi sempre più a prodotti di “filiera corta”; abbiamo già
degli ottimi esempi in Sardegna sul pane di filiera locale, con il
grano coltivato, macinato, trasformato in prodotto da forno e
distribuito, tutto all’interno di qualche chilometro”. “La nostra
ambizione – conclude - inoltre, è quella di valorizzare maggiormente i
prodotti alimentari natalizi della tradizione sarda, al di là di
panettoni e pandoro; un riscoperta e valorizzazione di queste
produzioni, una fra le tante su pani arrubiu, vero precursore dei
moderni panettoni, potrebbe far tornare in auge le antiche
specialità, far nascere nuove imprese e contribuire a far crescere
l’economia locale”.
Le analisi nazionali di Confartigianato, dicono che i Paesi che più
amano i dolciumi italiani tipici delle festività sono prevalentemente
europei. In testa c’è la Francia, che ne importa per un valore
complessivo pari a 130 milioni di euro e, da sola, rappresenta più del
20% del totale esportato. A seguire Germania (circa 110 milioni di
euro, con un’incidenza del 18%) e Gran Bretagna (circa 60 milioni di
euro e un’incidenza di poco inferiore al 10%). Sempre per il Vecchio
Continente, si registrano ottime performance di Belgio (+24%), Polonia
(+15%) e Svizzera (+13,5%). Gli Stati Uniti si confermano il primo
Paese extraeuropeo per import di dolci natalizi italiani.
Secondo di pasticceri di Confartigianato Sardegna, i panettoni e i
pandori sono ancora considerati un’eccellenza gastronomica italiana e
ogni Paese, soprattutto durante le feste natalizie, ha le sue
tradizioni. Immancabili sulle tavole di ogni italiano tra dicembre e
gennaio, anche se adatti a qualsiasi periodo dell’anno, da qualche
tempo si trovano anche nella versione “estiva”, più leggeri e con
farciture ai frutti di stagione o al gelato.