Un evento tragico ha scosso la comunità di Carbonia nel Sulcis. Gisella Orrù, studentessa sedicenne, è stata trovata priva di vita in fondo a un pozzo profondo 11 metri nelle campagne locali, dopo una festa in spiaggia.
La sua scomparsa ha sollevato un velo di mistero e dolore nella piccola comunità. Gli inquirenti hanno determinato che Gisella è stata stordita con un colpo alla testa prima di essere gettata nel pozzo. Tuttavia, i suoi vestiti e l'arma del delitto non sono mai stati trovati, lasciando molti interrogativi irrisolti.
Il processo che ne è seguito ha visto due persone accusate: Salvatore Pirosu, vicino di casa di Gisella, che lei chiamava affettuosamente "zio Tore", e Licurgo Floris. Pirosu è stato condannato a 30 anni di reclusione, mentre Floris è stato assolto per insufficienza di prove.
Il caso di Gisella Orrù rimane uno dei più controversi e dolorosi nella storia recente della Sardegna. La sua vita, così prematuramente interrotta, è stata segnata da una sensibilità unica, come emerge dai passaggi del suo diario, dove si descriveva come "un arcobaleno scolorito, uno scoiattolo stanco, una luce spenta, una stella caduta."In ricordo di Gisella, il comune di Carbonia ha intitolato una strada in suo onore, situata tra via Abruzzi e via d'Annunzio. "Vogliamo ricordare Gisella, tragicamente e prematuramente scomparsa per un omicidio efferato," ha sottolineato la sindaca Paola Massidda, "in circostanze ancora avvolte nel mistero."
La storia di Gisella Orrù rimarrà impressa nella memoria della comunità di Carbonia come un monito doloroso e una richiesta di giustizia ancora in attesa di risposta.