Si dice che le feste siano un momento di pausa e riflessione, ma non per il Corpo Forestale della Sardegna. Con l’operazione “Buone Feste”, i forestali hanno portato a casa un bilancio che parla chiaro: sette persone denunciate, armi e fauna sequestrate, e un panorama venatorio che lascia molte ombre.
A Villacidro, due bracconieri sono stati sorpresi nell’Oasi di protezione faunistica di Monti Mannu. Con loro, tre cinghiali abbattuti illegalmente, due fucili calibro 12 e munizioni vietate. Non si tratta di principianti: entrambi erano privi di licenza, già revocata in passato per bracconaggio. Ma non erano soli. Un terzo individuo, che aveva fornito loro le armi, è stato denunciato per omessa custodia.
Lungo le pendici dell’Oasi dei Sette Fratelli, a Quartucciu, un’altra scoperta: quattro persone impegnate in una battuta di caccia, una delle quali armata di un fucile clandestino, senza segni identificativi.
Una scena che non ha bisogno di troppe spiegazioni.
La lista continua. A Pula, un cacciatore è stato trovato con munizioni vietate e un cinghiale appena abbattuto. Ad Arbus, una lepre fuori stagione è costata a un cacciatore una denuncia per caccia a specie non consentite. E a Capoterra, c’è chi piazza lacci per catturare tordi, una pratica che ricorda tempi che si sperava fossero superati.
Non si tratta solo di denunce penali. I forestali hanno contestato sanzioni amministrative per un totale di 7.000 euro, tra bossoli abbandonati, mancato pagamento di tasse e richiami vietati. Un quadro che racconta di una cultura venatoria dove le regole, spesso, sembrano un optional.
Ma c’è un lato positivo: il bracconaggio e l’uccellagione sembrano in calo, segno che qualcosa, forse, sta cambiando. E il messaggio del Corpo Forestale è chiaro: la Sardegna non è un campo senza regole. Chi sbaglia, paga. E chi rispetta, protegge.