La vita, con il suo inestricabile groviglio di paradossi, ci offre spesso spettacoli che sembrano usciti dalla penna di uno scrittore surrealista. Ecco che in Sardegna, terra di contrasti, mentre Nuoro soffre per una siccità che pare aver risucchiato ogni goccia d'acqua, a decine di chilometri di distanza, sul monte Limbara, la neve avvolge tutto in un manto bianco, intrappolando veicoli e vite in un freddo abbraccio.
A Nuoro, il commissario straordinario Giovanni Pirisi, con una delibera che odora di sconfitta di fronte agli capricci del cielo, ha dichiarato lo stato di calamità naturale. Un atto necessario di fronte a un "persistente deficit idrico" che ha svuotato gli invasi di Olai e Govossai, costringendo Abbanoa, il monopolista dell'acqua, a un razionamento che da lunedì 27 gennaio colpirà 15 comuni, compreso il capoluogo. Un'alternanza di giorni bagnati e giorni assetati, che potrebbe portare alla chiusura delle scuole e degli edifici pubblici, non per vacanza, ma per necessità.
E mentre Nuoro si prepara a questa penuria d'acqua, con gli uffici comunali che calcolano i costi di interventi d'emergenza per alleviare il disagio, ecco che la natura, con la sua ironia, decide di mostrare un'altra faccia: sul monte Limbara, la neve cade abbondante, come se volesse compensare l'aridità del sud dell'isola. Gli automobilisti, colti di sorpresa da questa nevicata inaspettata, sono rimasti bloccati sulla provinciale 51, vicino Vallicciola, richiedendo l'intervento dei vigili del fuoco di Tempio Pausania.
Un contrasto che lascia senza fiato: da una parte la sete, dall'altra il gelo.
Abbanoa, nel frattempo, non resta a guardare. Si attivano pompe per trasferire l'acqua da Govossai verso il potabilizzatore di Jann'e Ferru, e si progetta una presa con zattera per Olai, cercando di raccogliere ogni preziosa goccia rimasta. La speranza è legata alle previsioni di pioggia, una benedizione attesa come la manna, ma ancora incerta.
A Tempio Pausania, il Comando dei Vigili del Fuoco, sotto la guida del comandante Antonio Giordano, è in stato di allerta. La sala operativa è un centro nevralgico di decisioni rapide, pronta a rispondere alle emergenze di questo inverno che ha deciso di farsi sentire con tutta la sua forza.
Così, in questa Sardegna che sembra vivere in due realtà parallele, da un lato si combatte contro la siccità, dall'altro contro il freddo. Due emergenze che ci mostrano la complessità del nostro rapporto con la natura, un rapporto che ci costringe a riflettere sulle nostre fragilità e sulle sorprese che la vita ci riserva. E mentre scrivo, non posso fare a meno di pensare che in queste contraddizioni si cela forse il senso profondo della nostra esistenza, sempre in bilico tra abbondanza e scarsità, tra caldo e freddo, tra vita e sopravvivenza.