Pagamenti agricoli, botta e risposta tra Regione e mondo agricolo: i conti (ancora) non tornano

Una conferenza stampa per fare chiarezza e ribadire l’impegno della Regione, ma anche per tentare di ricucire un rapporto sempre più teso con il mondo agricolo. Questa mattina, l’assessore Gian Franco Satta ha convocato il Tavolo verde insieme ai vertici di Laore e Argea e alle organizzazioni agricole, per fare il punto sull’avanzamento degli interventi e della spesa pubblica legata a PAC, PSR, indennizzi e aiuti straordinari. Ma nel frattempo, fuori dal palazzo, cresce la rabbia di chi nelle campagne continua a vedere ritardi, incertezze e fondi che arrivano a singhiozzo.

«È fondamentale che gli agricoltori e le organizzazioni professionali siano informati e coinvolti in questo processo, poiché il loro contributo è essenziale per il successo delle politiche agricole», ha affermato l’assessore Satta, rivendicando come elemento centrale del suo mandato «la trasparenza» e lo sforzo per il recupero dei ritardi.

Secondo quanto illustrato da Laore e Argea, sarebbero in fase avanzata i pagamenti relativi alla Blue tongue per le annualità 2022 e 2023, mentre per il 2024 le procedure dovrebbero essere avviate nei prossimi mesi. Per l’emergenza idrica, entro aprile dovrebbero arrivare ai Comuni i fondi per i voucher foraggio. Sulle sovvenzioni del “Quadro Ucraina”, stanziati oltre 30 milioni di euro, sono state già istruite più di 4.000 domande. E per la domanda unica 2024 della PAC, al 28 febbraio sarebbero stati pagati circa 121 milioni di euro.

Ma le cifre non bastano a calmare gli animi. Il presidente del Centro Studi Agricoli, Tore Piana, parla apertamente di «disastro completo»:
«La situazione è grave, non si è cambiato assolutamente niente da due o tre mesi. Sulla PAC, primo pilastro, 245 milioni dovevano arrivare interamente agli agricoltori e allevatori. A oggi ne sono stati pagati poco più di 120 milioni, cioè siamo al 50%, quando dovevamo essere al 90-95%. Sul PSR e CSR siamo a metà, 30-31 milioni su 67-68 milioni previsti».

E ancora: «Non si è stabilito neanche quanto indennizzare per il 2024 sui riproduttori, la blue tongue, le calamità. È una vergogna assoluta. Continuano a dare dati aggregati che riguardano il 2023, pagati nel 2024 o nel 2025, a volte ancora relativi al 2022. È una cosa assurda».

Il contrasto tra le due narrazioni si misura anche nelle percentuali ufficiali: secondo Piana, «per il servizio di consulenza è stato speso solo il 6,38%, sui regimi di qualità il 38,92%, sugli investimenti aziendali il 63,19%, sul ripristino post-calamità il 58,60%, sulla cooperazione il 16,13%. Siamo al collasso. Non servono più conferenze stampa, ma risposte reali. E da questo momento – conclude – l’assessore non ci rappresenta più».

Satta, dal canto suo, ammette le difficoltà causate dalla nuova Carta dei suoli nazionale, che ha escluso numerose superfici storicamente pascolate, classificandole come “tara” e dunque non eleggibili agli aiuti della PAC: «L’attività di validazione delle superfici è conclusa salvo parti residuali. Con i prossimi decreti contiamo di chiudere la partita e riportare i pagamenti in linea con le annualità precedenti». Ma intanto ammette che sul biologico e sulle misure per le zone svantaggiate «siamo ancora sotto il 50% della spesa».

Nel frattempo, il malcontento monta. E anche se non è stato ancora annunciato ufficialmente, c’è già chi prepara nuove proteste sotto il Consiglio regionale. Segno che, tra contabilità ufficiale e realtà vissuta nelle aziende agricole, la distanza resta ancora troppo ampia.

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